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18 ottobre 2012
Strudel di mele senza cannella
Il mio strudel della domenica per chi non ama la cannella
Mele crude affettate sottilmente, pasta sfoglia su cui stendo uno strato di amaretti e fette biscottate sbriciolati finemente prima di adagiare le fette di mela, pochissimo zucchero (gli amaretti sono già dolci di suo). arrotolo ben stretto, aiutandomi con un canovaccio spolverato di farina. Spennello con latte e inforno a 180° per 3/4 d'ora circa. Una volta raffreddato spolverizzo lo zucchero a velo e ... gli altri lo mangiano :-D
20 marzo 2012
Variazioni sul tema dello zucchero
Zucchero agrumato:

un chilo di zucchero semolato, 2 arance e 2 limoni non trattati.
Ho grattuggiato molto finemente la buccia delle arance e dei limoni, e l'ho mescolata allo zucchero.
Ora ho tre vasetti di zucchero agrumato, per dolcificare il thè o le tisane.
Volendo si può fare un'aggiunta di cannella, ma io la preferisco con lo zucchero integrale di canna.
Assicuratevi che gli agrumi siano assolutamente non trattati, i miei sono di produzione casalinga :-)).
La polpa che è rimasta è stata ... spremuta e ... bevuta, della serie si cerca di non buttare via quasi nulla :-)))
16 marzo 2012
Incontri .... spiritosi
Quando una grappa veneta artigianale dei cognati e la cannella di importazione della sorellina incontrano la mente "perversa" ma fantasiosa di una "terrona" pioniera ....
Ingredienti:
Un litro di grappa veneta "Cherobin",
La buccia di tre arance naturali, non trattate,
3/4 cannella intera "Giulia"
Ingredienti:
Un litro di grappa veneta "Cherobin",
La buccia di tre arance naturali, non trattate,
3/4 cannella intera "Giulia"
Pane: variazioni sul tema
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Pagnotta di semola di grano duro rimacinata |
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Mollica di pagnotta di semola |
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Interno della pagnotta di semola |
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Mollica di pagnotta di farina ai cereali |
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Pagnotta di farina bianca e filone di farina integrale ai cereali |
Il filone ai cereali l'ho fatto con farina integrale ai sette cereali a cui ho aggiunto dei semi di cumino, per dare un sapore particolare.
La variante semi integrale l'ho ottenuta con una miscela di farina manitoba e farina integrale ai sette cereali in parti uguali. In questo caso la mollica mi è riuscita più soffice mantenendosi tale per oltre 3 giorni.
10 febbraio 2012
Il pane non si butta!!!
Semmelknödel allo speck!!
Il pane non si butta quando non è più soffice, quando diventa stantio, quando non fa più voglia. Il pane vecchio si può trasformare in una squisita leccornia ... Semmelknödel!!!!
Mi erano rimasti quattro panini, avevo appena sfornato un filone di pane fresco, e mi seccava non poco rinunciare a loro, così ho preso spunto da una ricetta di Marions Kochbuch e ieri sera ci siamo goduti un piatto di passato di zucca con canederli. Ecco lo svolgimento:
Quattro panini, uno spicchio di cipolla (1/4), dell'erba cipollina, 150 dl di latte bollente, due uova, 20 gr. di farina, 10 gr. di burro, 20 gr. di speck a cubetti piccoli, sale, pepe e noce moscata.
Ho ridotto a pezzettini i panini raffermi, ho versato il latte bollente su di essi e li ho lasciati riposare una mezz'oretta. Nel frattempo in una padella con il burro ho fatto soffriggere leggermente la cipolla con lo speck.
Passata la mezz'ora e raffreddato il pane, l' ho mescolato bene aggiungendo il sale, il pepe, la noce moscata grattuggiata, l'erba cipollina, le due uova e la farina, in ultimo ho aggiunto anche lo speck con la cipolla. L'impasto deve essere abbastanza consistente, non duro, ma deve rimanere compatto.
Ora con le mani bagnate (pernon fare attaccare l'impasto) ho fatto 9 canederli (Knödel) della grandezza di una palla da tennis. Per la cottura, una pentola capiente con acqua salata, portarla a bollore tranquillo (il bollore non dve essere irruento altrimenti "disturba la cottura dei canederli), e immergere i Knödel per una ventina di minuti. Sono pronti quando salgono a galla, scolarli quindi con una schiumarola..
Avevo da parte un buon passato di zucca e patate, e ci abbiamo affogato i Knödel.
Il pane non si butta quando non è più soffice, quando diventa stantio, quando non fa più voglia. Il pane vecchio si può trasformare in una squisita leccornia ... Semmelknödel!!!!
Mi erano rimasti quattro panini, avevo appena sfornato un filone di pane fresco, e mi seccava non poco rinunciare a loro, così ho preso spunto da una ricetta di Marions Kochbuch e ieri sera ci siamo goduti un piatto di passato di zucca con canederli. Ecco lo svolgimento:
Quattro panini, uno spicchio di cipolla (1/4), dell'erba cipollina, 150 dl di latte bollente, due uova, 20 gr. di farina, 10 gr. di burro, 20 gr. di speck a cubetti piccoli, sale, pepe e noce moscata.
Ho ridotto a pezzettini i panini raffermi, ho versato il latte bollente su di essi e li ho lasciati riposare una mezz'oretta. Nel frattempo in una padella con il burro ho fatto soffriggere leggermente la cipolla con lo speck.
Passata la mezz'ora e raffreddato il pane, l' ho mescolato bene aggiungendo il sale, il pepe, la noce moscata grattuggiata, l'erba cipollina, le due uova e la farina, in ultimo ho aggiunto anche lo speck con la cipolla. L'impasto deve essere abbastanza consistente, non duro, ma deve rimanere compatto.
Ora con le mani bagnate (pernon fare attaccare l'impasto) ho fatto 9 canederli (Knödel) della grandezza di una palla da tennis. Per la cottura, una pentola capiente con acqua salata, portarla a bollore tranquillo (il bollore non dve essere irruento altrimenti "disturba la cottura dei canederli), e immergere i Knödel per una ventina di minuti. Sono pronti quando salgono a galla, scolarli quindi con una schiumarola..
Avevo da parte un buon passato di zucca e patate, e ci abbiamo affogato i Knödel.
Pane fatto in casa (3)
Passata la notte tranquilla, rinfrescato e rilassato il "pulcino" è pronto per la sua funzione, lievitare!
Apparirà un po' molliccio, per tirarlo fuori dal barattolo, occorrerà "maltrattarlo" un po', ma niente paura, è tenace e robusto, e soprattutto è di buona compagnia. Infatti si ambienta facilmente e si integra anche con ingredienti "extra comunitari" :-) (farine di cereali, o patate, o altro)
Questa volta però ho scelto di fare un pane bianco e soffice, per accontentare la mia bambina, quindi ho preso 300 gr di farina manitoba e 200 gr. di farina 00, 260 gr. di acqua tiepida e un cucchiano di sale. Ho impastato bene e velocemente aggiungendo il pulcino. Un'altra mescolata veloce, ho coperto con un canovaccio pulito e inumidito, e a "nanna" per tutta la notte!
Stamattina presto era tutto un ... "fermento", il pulcino aveva fatto bene il suo dovere e questo era il risultato!!
L'ho lasciato lievitare un'altra oretta ben al caldo, dopodiche infornato a forno caldisssssssimo!!! sul ripiano centrale e lasciato cuocere a 220° per un'oretta, assieme ad una vaschetta di alluminio piena d'acqua poggiata sul fondo.
Il risultato ... giudicate voi!!!!
Apparirà un po' molliccio, per tirarlo fuori dal barattolo, occorrerà "maltrattarlo" un po', ma niente paura, è tenace e robusto, e soprattutto è di buona compagnia. Infatti si ambienta facilmente e si integra anche con ingredienti "extra comunitari" :-) (farine di cereali, o patate, o altro)
Questa volta però ho scelto di fare un pane bianco e soffice, per accontentare la mia bambina, quindi ho preso 300 gr di farina manitoba e 200 gr. di farina 00, 260 gr. di acqua tiepida e un cucchiano di sale. Ho impastato bene e velocemente aggiungendo il pulcino. Un'altra mescolata veloce, ho coperto con un canovaccio pulito e inumidito, e a "nanna" per tutta la notte!
Stamattina presto era tutto un ... "fermento", il pulcino aveva fatto bene il suo dovere e questo era il risultato!!
Ho steso un canovaccio pulito, l'ho infarinato e vi ho "scaravoltato" l'impasto distendendolo bene (anche se appiccica non importa, infarinatelo un po', ma solo dall'esterno, per lavorarlo più facilmente). Naturalmente prima ho staccato un nuovo pulcino per la prossima infornata, e che, coscienziosamente da buona chioccia, ho riposto nel suo barattolo di vetro pulito e profumato.
Ho ripiegato i quattro angoli dell'impasto verso il centro, ho avvolto tutto tenendo i lembi ripiegati verso il basso e ho deposto il "pupo" nela teglia da forno.
Il risultato ... giudicate voi!!!!
09 febbraio 2012
Pane fatto in casa (2)
Il mio "pulcino" cresce prima di diventare pane.
Per chi non lo sapesse ancora, il mio "pulcino" è quella porzione di impasto lievitato (lievito madre) che tengo da parte per fare il pane una volta alla settimana. Lo conservo in frigo in un barattolo di vetro a chiusura ermetica. Ieri sera ho tirato fuori dal frigo il barattolo, affinchè il pulcino si "sveglisse" durante la notte al calduccio della cucina. Stamattina appena sveglia, gli ho "dato da mangiare", ossia ho rinfrescato il lievito con 100 gr. di farina bianca e 50 gr. di acqua tiepida, ho appoggiato sull'imboccatura del barattolo un panno pulito e bagnato, ho chiuso di nuovo il barattolo e ho lasciato che il pulcino si "stiracchiasse" un po', cioè riprendesse vigore, lievitazione sempre al calduccio della cucina e questo è il risultato, quantità raddoppiata e tante bollicine nell'impasto, segno che tutto procede bene.
07 febbraio 2012
Pane fatto in casa
Una tradizione antica, che grazie alla diffusione delle macchine automatiche per il pane si rinnova nel terzo millennio.
Ma una volta il pane senza la macchina, come si faceva? Semplice: a mano, con ingredienti semplici e tanta tanta pazienza. Si, il segreto è proprio la pazienza, l'attesa della lievitazione naturale che può durare anche 24 ore e gli ingredienti semplici, come è semplice il lievito naturale, detto lievito madre, frutto della fermentazione naturale di acqua e farina. Un tempo d'altronde non esisteva il lievito di birra fresco, ne' tantomeno quello disidratato. Quando si faceva il pane, una volta alla settimana, nella madia dove si conservara la farina, si lasciava un po' dell'impasto prelevato prima di infornare il pane. Restava in un angolo solo soletto, al caldo della cucina a ... riposare, maturare e fermentare, pronto poi per essere riutlizizzato come lievito, era quello che oggi chiamiamo "lievito madre".
Sperimentando le varie ricette trovate in Internet, e coniugando i consigli e le tecniche di amici e familiari, sono arrivata ad una mia ricetta personale del lievito madre.
Si parte da 200 gr. di farina, (molti consigliano quella manitoba, perchè più sottile, leggera, quindi più facilmente lievitabile), a cui si aggiungono 100 gr. di acqua (c'è chi dice meglio quella distillata, io uso quella del rubinetto, che lascio "riposare" una mezz'ora a temperatura ambiente), un cucchiaino raso di malto d'orzo o miele (consiglio un miele poco aromatico come quello di acacia, se poi in casa c'è quello non pastorizzato, meglio ancora). Tutti gli ingredienti vanno mescolati assieme con calma, fino ad ottenere un impasto molto morbido, un po' appiccicoso, che va travasato in un contenitore di vetro a chiusura ermetica. A questo proposito io ho sperimentato anche i contenitori di plastica, ma l'impasto si appiccica troppo alle loro pareti, e la plastica a volte cede al lievito odori precedentemente assorbiti, quindi preferisco il classico vaso di vetro (da un paio di litri almeno) ben pulito e asciutto con la guarnizione di gomma sul coperchio, sulla cui apertura poggio un tovagliolo pulito e inumidito, prima di chiuderlo. Il barattolo che contiene quindi l'impasto, resterà nella stanza più calda della casa, di solito la cucina, per almeno un paio di giorni, durante i quali inumidisco il tovagliolo, richiudendo sempre il barattolo. Trascorso il periodo, prendo 100 gr. del composto e ci aggiungo 50 gr. di acqua e 100 gr. di farina, impastando nuovamente il tutto, rimetto il nuovo composto nel barattolo lavato e pulito e rimetto a riposare per altri due giorni. Ora prendo sempre 100 gr. del composto, aggiungo 100 gr. di farina e 50 gr. di acqua, e questo "rinfresco" lo faccio per altre tre volte, ogni giorno. Il lievito comincia già a profumare di "acido" un odore di acido buono, quasi come vino, e molte bolle nell'impasto (le vedrete attraverso il vetro) sono segno che la fementazione procede bene. Se la superficie del composto dovesse indurirsi, occorre eliminarla, ecco perchè per evitarlo, uso sempre un tovagliolo bagnato sul barattolo. Trascorsi 5 giorni il lievito è pronto.
ATTENZIONE!!! si utilizza sempre e solo 100 gr. del composto da rinfrescare, la rimanenza va eliminata o utilizzata per un altro "pulcino", quindi si avrà sempre un "pulcino" dello stesso peso o della stessa grandezza, non una ... "gallina da ingrasso" :-))). Mi raccomando!
A questo punto per fare il pane uso 300 gr. farina manitoba e 200 gr. semola bianca rimacinata, oppure 400 gr. farina 0 e 100 gr. farina integrale, la metà del peso totale delle farine in acqua, un pizzico di sale, un cucchiaio di olio e mescolo tutto, solo alla fine aggiungo il lievito madre, per non farlo entrare a contatto con il sale, che ne rallenterebbe la lievitazione. L'impasto deve avere una consistenza molto molto morbida, si deve quasi attaccare alle mani, lavorarlo quindi velocemente, riporlo in una ciotola pulita e farlo lievitare coperto in un posto caldo, almeno 22 - 24° per tutta la notte, o per 12 ore. Trascorsa la prima lievitazione, su un piano infarinato lavoro un po' l'impasto senza aggiungere altra farina, lo stendo su un canovaccio infarinato e piego i bordi dell'impasto verso l'interno come un fazzoletto, lo capovolgo con i bordi ripiegati verso il basso e lo lascio lievitare in un contenitore da forno foderato di carta forno per almeno 4/5 ore, o comunque fino a quando non sarà quasi raddoppiato di volume. Scaldo il forno al massimo, e prima di infornare il pane metto sul fondo una ciotola di metallo con dell'acqua e abbasso la temperatura a 220°. Ci vuole circa un'oretta di cottura, e comunque dipende dal forno. Io sconsiglio quello ventilato, perchè "disturba" la lievitazone.
PS. Lievito Madre perchè? Perchè alla fine dell'impasto prima di mettere a lievitare per l'ultima volta il pane, staccatene un pezzo da circa 100 gr., che conserverete per il prossimo pane, io lo chiamo il mio ... "pulcino" :-))) Si conserva in frigo in un barattolo di vetro pulito e chiuso per circa 5/6 giorni. Prima di riutilizzarlo, toglierlo dal frigo per un paio di ore e rinfrescarlo prima di usarlo per il pane. Il lievito madre migliora con il tempo e con l'uso, ma se dovesse perdere efficacia, una "rinforzatina" con mezzo cucchaino di miele lo rinvigorirà.
Buon appetito!
Die Zutaten zusammen schnell und weich kneten, der Teig in einer Glasdose im warmen Ort zwei Tagen (z. B. in der Küche) ruhen lassen. Dann 100 gr. des Teigs nehmen und mit noch 100 gr. Mehl und 50 gr. Wasser noch schnell und weich kneten, und noch zwei Tagen ruhen lassen. Um die Fläche nicht abzutrocknen lassen, stelle ich der Glasöffnung eine nasse aber saubere Serviette hinauf. Wiederholen die "Erfrischung" noch drei mal (immer nur mit 100 gr. des Teigs, 100 gr. Mehl und 50 gr. Wasser dazu). "Mutterhefe" ist bereit, wenn sie nach Weinduft riecht, oder nach süßen Essig riecht und kleine Blasen hat. Jetzt ist es alles bereit um Brot zu machen, nach ihrern eigenen Rezepte! Meine ist mit 400 gr. Weizenmehl, 100 gr. Vollkornmehl, 250 gr. lauwarmes Wasser, 1 TL Salz, 1 EL Olivenöl. Die Gärung des Brots mir Mutterhefe ist länger, einmal mindestens eine Nacht oder 12 Stunden, die zweite mal 2/3 Stunde. Das Geheimnis: bevor die zweite Gärung, ausbreiten den Teig und die Rände am Zentrum zusammenlegen und den Teig umdrehen mit den Ränden unter. Brot Backen im 220° vorgeheizten Hofen für 3/4 Stunde.
Ma una volta il pane senza la macchina, come si faceva? Semplice: a mano, con ingredienti semplici e tanta tanta pazienza. Si, il segreto è proprio la pazienza, l'attesa della lievitazione naturale che può durare anche 24 ore e gli ingredienti semplici, come è semplice il lievito naturale, detto lievito madre, frutto della fermentazione naturale di acqua e farina. Un tempo d'altronde non esisteva il lievito di birra fresco, ne' tantomeno quello disidratato. Quando si faceva il pane, una volta alla settimana, nella madia dove si conservara la farina, si lasciava un po' dell'impasto prelevato prima di infornare il pane. Restava in un angolo solo soletto, al caldo della cucina a ... riposare, maturare e fermentare, pronto poi per essere riutlizizzato come lievito, era quello che oggi chiamiamo "lievito madre".
Sperimentando le varie ricette trovate in Internet, e coniugando i consigli e le tecniche di amici e familiari, sono arrivata ad una mia ricetta personale del lievito madre.
Si parte da 200 gr. di farina, (molti consigliano quella manitoba, perchè più sottile, leggera, quindi più facilmente lievitabile), a cui si aggiungono 100 gr. di acqua (c'è chi dice meglio quella distillata, io uso quella del rubinetto, che lascio "riposare" una mezz'ora a temperatura ambiente), un cucchiaino raso di malto d'orzo o miele (consiglio un miele poco aromatico come quello di acacia, se poi in casa c'è quello non pastorizzato, meglio ancora). Tutti gli ingredienti vanno mescolati assieme con calma, fino ad ottenere un impasto molto morbido, un po' appiccicoso, che va travasato in un contenitore di vetro a chiusura ermetica. A questo proposito io ho sperimentato anche i contenitori di plastica, ma l'impasto si appiccica troppo alle loro pareti, e la plastica a volte cede al lievito odori precedentemente assorbiti, quindi preferisco il classico vaso di vetro (da un paio di litri almeno) ben pulito e asciutto con la guarnizione di gomma sul coperchio, sulla cui apertura poggio un tovagliolo pulito e inumidito, prima di chiuderlo. Il barattolo che contiene quindi l'impasto, resterà nella stanza più calda della casa, di solito la cucina, per almeno un paio di giorni, durante i quali inumidisco il tovagliolo, richiudendo sempre il barattolo. Trascorso il periodo, prendo 100 gr. del composto e ci aggiungo 50 gr. di acqua e 100 gr. di farina, impastando nuovamente il tutto, rimetto il nuovo composto nel barattolo lavato e pulito e rimetto a riposare per altri due giorni. Ora prendo sempre 100 gr. del composto, aggiungo 100 gr. di farina e 50 gr. di acqua, e questo "rinfresco" lo faccio per altre tre volte, ogni giorno. Il lievito comincia già a profumare di "acido" un odore di acido buono, quasi come vino, e molte bolle nell'impasto (le vedrete attraverso il vetro) sono segno che la fementazione procede bene. Se la superficie del composto dovesse indurirsi, occorre eliminarla, ecco perchè per evitarlo, uso sempre un tovagliolo bagnato sul barattolo. Trascorsi 5 giorni il lievito è pronto.
ATTENZIONE!!! si utilizza sempre e solo 100 gr. del composto da rinfrescare, la rimanenza va eliminata o utilizzata per un altro "pulcino", quindi si avrà sempre un "pulcino" dello stesso peso o della stessa grandezza, non una ... "gallina da ingrasso" :-))). Mi raccomando!
A questo punto per fare il pane uso 300 gr. farina manitoba e 200 gr. semola bianca rimacinata, oppure 400 gr. farina 0 e 100 gr. farina integrale, la metà del peso totale delle farine in acqua, un pizzico di sale, un cucchiaio di olio e mescolo tutto, solo alla fine aggiungo il lievito madre, per non farlo entrare a contatto con il sale, che ne rallenterebbe la lievitazione. L'impasto deve avere una consistenza molto molto morbida, si deve quasi attaccare alle mani, lavorarlo quindi velocemente, riporlo in una ciotola pulita e farlo lievitare coperto in un posto caldo, almeno 22 - 24° per tutta la notte, o per 12 ore. Trascorsa la prima lievitazione, su un piano infarinato lavoro un po' l'impasto senza aggiungere altra farina, lo stendo su un canovaccio infarinato e piego i bordi dell'impasto verso l'interno come un fazzoletto, lo capovolgo con i bordi ripiegati verso il basso e lo lascio lievitare in un contenitore da forno foderato di carta forno per almeno 4/5 ore, o comunque fino a quando non sarà quasi raddoppiato di volume. Scaldo il forno al massimo, e prima di infornare il pane metto sul fondo una ciotola di metallo con dell'acqua e abbasso la temperatura a 220°. Ci vuole circa un'oretta di cottura, e comunque dipende dal forno. Io sconsiglio quello ventilato, perchè "disturba" la lievitazone.
PS. Lievito Madre perchè? Perchè alla fine dell'impasto prima di mettere a lievitare per l'ultima volta il pane, staccatene un pezzo da circa 100 gr., che conserverete per il prossimo pane, io lo chiamo il mio ... "pulcino" :-))) Si conserva in frigo in un barattolo di vetro pulito e chiuso per circa 5/6 giorni. Prima di riutilizzarlo, toglierlo dal frigo per un paio di ore e rinfrescarlo prima di usarlo per il pane. Il lievito madre migliora con il tempo e con l'uso, ma se dovesse perdere efficacia, una "rinforzatina" con mezzo cucchaino di miele lo rinvigorirà.
Buon appetito!
Hefe nach natürlicher Gärung, d. h. "Lievito Madre"
(Mutterhefe/ Muttergerm)
Zutaten : 100 gr. Weizenmehl, 50 gr. Wasser, 1TL Honig.
Die Zutaten zusammen schnell und weich kneten, der Teig in einer Glasdose im warmen Ort zwei Tagen (z. B. in der Küche) ruhen lassen. Dann 100 gr. des Teigs nehmen und mit noch 100 gr. Mehl und 50 gr. Wasser noch schnell und weich kneten, und noch zwei Tagen ruhen lassen. Um die Fläche nicht abzutrocknen lassen, stelle ich der Glasöffnung eine nasse aber saubere Serviette hinauf. Wiederholen die "Erfrischung" noch drei mal (immer nur mit 100 gr. des Teigs, 100 gr. Mehl und 50 gr. Wasser dazu). "Mutterhefe" ist bereit, wenn sie nach Weinduft riecht, oder nach süßen Essig riecht und kleine Blasen hat. Jetzt ist es alles bereit um Brot zu machen, nach ihrern eigenen Rezepte! Meine ist mit 400 gr. Weizenmehl, 100 gr. Vollkornmehl, 250 gr. lauwarmes Wasser, 1 TL Salz, 1 EL Olivenöl. Die Gärung des Brots mir Mutterhefe ist länger, einmal mindestens eine Nacht oder 12 Stunden, die zweite mal 2/3 Stunde. Das Geheimnis: bevor die zweite Gärung, ausbreiten den Teig und die Rände am Zentrum zusammenlegen und den Teig umdrehen mit den Ränden unter. Brot Backen im 220° vorgeheizten Hofen für 3/4 Stunde.
07 gennaio 2012
Grappa di Natale
A settembre in occasione di una gita sul Monte Pelmo, spettacolare cim dolomitica che domina la Val Zoldana, ho avuto il piacere di conoscere i gestori del Rifugio Venezia, sosta obbligata per le ascensioni al "Caregon de Dio".
Sulla mensola del piccolo bar del rifugio sono allineate numerose bottiglie di grappa aromatizzate, alla frutta, alle spezie, ai fiori, alle erbe, tutte opera del gestore che con orgoglio mi ha invitato ad assaggiarne alcune, anche se io le avrei "tastate" tutte :-))).
Quella che mi è rimasta più impressa è una grappa aromatizzata all'arancia e cannella.
Gli elementi ci sono tutti in cucina: Arancia biologica (il mio alberello quest'anno ne ha prodotte una decina), cannella intera (la mia sorellina me ne porta un sacchetto di corteccia quando va in gita alle Seychelles) e grappa fatta in casa (fornita gentilmente dalla "ditta" Cherobin ossia i miei stupendi cognati).
Ho usato le bucce, private della parte bianca, di tre arance e una decina di grammi di corteccia di cannella.
E' ancora in infusione nella grappa, un litro, al buio da circa 25 giorni. Fra una settimana vedremo :-)))
Sulla mensola del piccolo bar del rifugio sono allineate numerose bottiglie di grappa aromatizzate, alla frutta, alle spezie, ai fiori, alle erbe, tutte opera del gestore che con orgoglio mi ha invitato ad assaggiarne alcune, anche se io le avrei "tastate" tutte :-))).
Quella che mi è rimasta più impressa è una grappa aromatizzata all'arancia e cannella.
Gli elementi ci sono tutti in cucina: Arancia biologica (il mio alberello quest'anno ne ha prodotte una decina), cannella intera (la mia sorellina me ne porta un sacchetto di corteccia quando va in gita alle Seychelles) e grappa fatta in casa (fornita gentilmente dalla "ditta" Cherobin ossia i miei stupendi cognati).
Ho usato le bucce, private della parte bianca, di tre arance e una decina di grammi di corteccia di cannella.
E' ancora in infusione nella grappa, un litro, al buio da circa 25 giorni. Fra una settimana vedremo :-)))
28 giugno 2011
Crauti Selfmade - Sauerkraut nach meiner Art: Prima parte - Erster Teil
Ci siamo decisi quindi a provare la soluzione Krauti.
Attrezzatura casalinga:
Non avendo il classico mastello di legno o il tradizionale contenitore di terracotta, abbiamo optato per un più banale e pratico secchio di plastica (lavabile facilmente, leggero da trasportare e bianco così da vedere il contenuto) da 20 litri; coltello affilatissimo e mandolina; tagliere di marmo.
Ingredienti:
Bacche di ginepro, semi di cumino, sale fino e olio ... di gomito.
Dopo aver lavato e tagliato in quattro i cappucci, eliminato le foglie esterne e il torsolo interno, li abbiamo affettati con la mandolina (vengono più sottili ed uniformi) e a coltello le parti più interne. Più sono sottili e meglio fermentano.
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Bacche di Ginepro - Wachholdbeere |
Cumino - Kuminwürze |
Ogni anno la solita storia, i cappucci vengono su tutti insieme allegramente e dopo svariate insalate e contorni, abbiamo la necessità di conservarli per l'inverno.
Ci siamo decisi quindi a provare la soluzione Krauti.
Attrezzatura casalinga:
Non avendo il classico mastello di legno o il tradizionale contenitore di terracotta, abbiamo optato per un più banale e pratico secchio di plastica (lavabile facilmente, leggero da trasportare e bianco così da vedere il contenuto) da 20 litri; coltello affilatissimo e mandolina; tagliere di marmo.
Ingredienti:
Bacche di ginepro, semi di cumino, sale fino e olio ... di gomito.
Sale fino - Salz |
Cavolo Cappuccio - Weißkohl |
Dopo aver lavato e tagliato in quattro i cappucci, eliminato le foglie esterne e il torsolo interno, li abbiamo affettati con la mandolina (vengono più sottili ed uniformi) e a coltello le parti più interne. Più sono sottili e meglio fermentano.
Abbiamo riempito fino all'orlo il secchio, con 3
cappucci affettati, per un peso complessivo di circa 5kg. Abbiamo aggiunto le spezie (una manciata di bacche di ginepro ed una manciata di cumino, a chi piace consiglio anche 2 o 3 foglie di alloro sminuzzate) e il sale fino (3% di sale rispetto al peso dei cappucci); mescolato bene un paio di minuti, finché il cavolo è diventato morbido. Il cappuccio ha cominciato subito a ... "sudare". Abbiamo pressato bene e poggiato sulla superficie un peso, noi abbiamo usato un secchiello pieno di mattoncini, facendo attenzione che il peso non coprisse tutta la superficie dei cappucci. Questo permetterà ai gas della fermentazione di fuoriuscire facilmente. Coperto il tutto con un canovaccio di cotone, per proteggere dalla polvere.
Ora riposeranno due settimane soli soletti nella nostra casa di campagna.
Per fortuna che abbiamo la guardia del corpo: Brülé (il pastore dei vicini) che spesso ci fa visita e non vede l'ora di assaggiarli, accompagnati naturalmente da un paio di succulenti Würstel!!!!
Krauti con guardia del corpo |
Meine liebe Deutsche Freunde, Sauerkraut machen mag ich euch nicht lehren, das ist euere Spezialität.
Aber möchte ich gerne euere Rezepte haben um noch mehr darüber wissen.
24 giugno 2011
Trota in Blu - Blauforelle
Regenbogenforelle - Trota iridea |
Per questo motivo i moderni allevamenti ittici sono situati in prossimità di sorgenti, torrenti e risorgive, dai quali traggono le acque più idonee ad un corretto sviluppo della trota.
Quando si parla di trota da un punto di vista culinario, va notato che quasi mai si trova in commercio la "vera" trota autoctona, la Trota Fario, in quanto molto più difficile da allevare della Trota Iridea, di origine americana, che vive anche in laghi con acque fangose e debolmente ossigenate.
Per questo motivo sulle trote acquistate al mercato non troverete le macchie rosse tipiche della Trota Fario.
Bachforelle - Trota fario |
Aus diesem Grund sind moderne Fischzucht Nähe von Quellen, Bächen und Gewässer, aus denen sie am besten, um eine gesundere Entwicklung der Forellen aufgelegt werden.
Wenn es um die Forelle aus kulinarischer Sicht kommt, ist anzumerken, dass so gut wie nie auf dem Markt den "wahren" native, Bachforellen, findet man, weil viel schwieriger als Regenbogenforellen zu erhöhen, die kommt aus Amerika und lebt auch in Seen mit schlammigem Wasser und wenig Sauerstoff.
Aus diesem Grund auf dem Markt gekaufte Forellen findet man nicht mit roten Flecken, typisch für Bachforellen.
Questa che propongo è una ricetta di trota in blu alla tedesca.
Ingredienti:
(per quattro persone)
4 trote da circa 300/400 gr. 4 frische Forelle 300bis 400 Gramm schwer
1.5 kg patate Kartoffeln
250 gr. Salsa al rafano Sahnemeerettich
200 gr. Burro Butter
2 limoni Zitronen
un mazzetto di prezzemolo Bund Petersilie
Per il guazzetto al vino: Weißweinsud
3 litri di acqua Wasser
0.5 litri di vino bianco secco trockener Weißwein
0.3 litri di aceto di vino bianco Weinessig
2 cucchiai da tavola di sale EL Salz
1 cucchiaio da tavola di zucchero EL Zucker
1/2 cucucchiaino di pepe in grani TL Pfefferkörner
10 bacche di ginepro Wachholdbeeren
3 foglie di alloro Loorbeerblätter
2 chiodi di garofano Nelken
1 carota Karotte
1 cipolla Zwiebel
1/2 gambo di porro Stange Lauch
1/4 sedano rapa Sellerieknolle
Cuocere le papate pelate in abbondante acqua salata. Pulire e sciacquare bene le trote senza eliminare quella patina un po' viscida che risopre la pelle del pesce, è quella che diventerà ... BLU!
Tagliare le verdure a tocchetti.
Preparare il guazzetto: mettere tutti gli ingredienti tranne il vino in una pentola e cuocere per una decina di minuti, aggiungere poi il vino bianco. Cuocere ancora un paio di minuti. Insaporire con il sale, lo zucchero e il limone. Abbassare la fiamma e mettere dentro la trota.
Lasciare la trota nella pentola senza cuocerla, per 15 minuti.
Servire la trota con burro fuso, le verdure lesse e la salsa al rafano.
Kartoffeln schalen und in Salzwasser gar kochen. Forellen ausnehmen und auswaschen. Dabei den Schleim der Außenhaut nicht verletzten - er sorgt für die Blaufärbung.
Gemüse in schmale Stücke schneiden.
Für den Sud: Alle Zutaten bis auf den Weißwein in einem großen, breiten Topf zum Kochen bringen. Zehn Minuten kochen lassen, dann den Weißwein dazugießen. Mit Salz, Zucker und Zitrone abschmecken.
Noch einmal kurz zum Kochen bringen, dann Hitze reduzieren und die Forellen in den Sud geben.
Circa 15 Minuten gar ziehen lassen, nicht kochen.
Butter schmelzen und am Tisch zum Fisch zusammen mit den Kartoffeln und dem Meerrettich servieren,. Mit Petersilie und Zitronenstückchen garnieren
04 maggio 2011
Pantortino
Mai buttare pane vecchio, il pane va onorato sempre, mi insegnava mio padre. In casa nostra non si è mai buttata neanche una briciola di pane.
Ma a volte ne accumuli tanto, che persino il pan grattato diventa troppo, e le polpette stufano a lungo andare, e allora ... mi sono inventata una piccola torta con il pane riciclato un ... Pantortino.
Ingredienti:
300 gr. di pane raffermo grattugiato
300 g Semmelbrösel
5 cucchiai di zucchero 5 El Zucker
2 uova 2 Eier
1 mela 1 Apfel
2 vasetti di yogurth 2 Becher Yogurth
uvetta e frutta secca Rosinen und Trockenobst
2 cucchiai di acqua Fior d'arancio
2 El Orangenwasser (Aroma)
latte quanto basta Milch n. B.
Sbucciare la mela, detorsolarla e tagliarla a pezzettini, aggiungerla al pane grattugiato, assieme all'uvetta, alla futta secca all'acqua Fior d'arancio e allo zucchero, mescolare aggiungendo le uova.
Amalgamare bene bagnando con il latte freddo fin quando raggiunge una consistenza morbida ma soda. Imburrare una teglia con cerniera e spolverarla con altro pane grattugiato. Versare il composto nella tortiera e cospargere la superficie con dello zuccheo (meglio se di canna).
Infornare per 45 minuti in forso già caldo a 180°.
Dopo avrela sfornata aspettare che sia fredda prima di tagliarla.
Gustarla accompagnata con del vino da ... meditazione, io consiglio un buon Recioto di Gambellara o una Malvasia.
Suggerimenti: se piace, la cannella nell'impasto ci sta proprio bene. Se la torta la mangiano solo gli adulti un bicchierino di grappa sostituisce l'acqua Fior d'arancio.
Im Stück die Apfel schneiden und mit dem Semmelbrösel und den anderen Zutaten vermischen. Die Milch nach und nach dazu geben, bis die Masse weich aber fest ist.
In einem mit Butter und Semmelbrösel eingefetteten Tortenkuchenform in vorgehitzen Hofen 180° für 45 Miuten backen.
Nach Geschmack, Zimt oder Grappa (Schnaps) statt zu dem Orangenwasser.
Essen nur wenn der Kuchen kalt ist, mit einem Glas süßen weissen Wein begleiten.
Ma a volte ne accumuli tanto, che persino il pan grattato diventa troppo, e le polpette stufano a lungo andare, e allora ... mi sono inventata una piccola torta con il pane riciclato un ... Pantortino.
Pane grattugiato - Semmelbrösel |
300 gr. di pane raffermo grattugiato
300 g Semmelbrösel
5 cucchiai di zucchero 5 El Zucker
2 uova 2 Eier
1 mela 1 Apfel
2 vasetti di yogurth 2 Becher Yogurth
uvetta e frutta secca Rosinen und Trockenobst
2 cucchiai di acqua Fior d'arancio
2 El Orangenwasser (Aroma)
latte quanto basta Milch n. B.
Pane secco - Altes Brot |
Sbucciare la mela, detorsolarla e tagliarla a pezzettini, aggiungerla al pane grattugiato, assieme all'uvetta, alla futta secca all'acqua Fior d'arancio e allo zucchero, mescolare aggiungendo le uova.
Amalgamare bene bagnando con il latte freddo fin quando raggiunge una consistenza morbida ma soda. Imburrare una teglia con cerniera e spolverarla con altro pane grattugiato. Versare il composto nella tortiera e cospargere la superficie con dello zuccheo (meglio se di canna).
Infornare per 45 minuti in forso già caldo a 180°.
Dopo avrela sfornata aspettare che sia fredda prima di tagliarla.
Gustarla accompagnata con del vino da ... meditazione, io consiglio un buon Recioto di Gambellara o una Malvasia.
Suggerimenti: se piace, la cannella nell'impasto ci sta proprio bene. Se la torta la mangiano solo gli adulti un bicchierino di grappa sostituisce l'acqua Fior d'arancio.
Zucchero sulla superficie - Zucker auf der Kruste |
In einem mit Butter und Semmelbrösel eingefetteten Tortenkuchenform in vorgehitzen Hofen 180° für 45 Miuten backen.
Nach Geschmack, Zimt oder Grappa (Schnaps) statt zu dem Orangenwasser.
Essen nur wenn der Kuchen kalt ist, mit einem Glas süßen weissen Wein begleiten.
29 marzo 2011
Maultaschen
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Maultaschen |
La necessità aguzza l’ingegno. E’ così che alcuni monaci durante la guerra dei Trent’anni inventarono i Maultaschen.
Circa 350 anni fa, in un periodo di carestia, nel monastero di Maulbronn, nel Baden Württemberg, i frati avrebbero ricevuto in dono un grosso pezzo di carne. Ma era Quaresima! La fame e la voglia di carne, in questi lunghi anni di guerra era tanta.
Nell’orto del convento venivano coltivati anche gli spinaci. Questo fece venire loro un’idea: se avessero mescolato dei piccoli pezzetti di carne assieme a tanti ingredienti vegetali, forse nessuno se sarebbe accorto. Ma avevano qualche dubbio che i pezzettini chiari di carne si potessero riconoscere.
I frati decisero quindi di avvolgere il composto in un fagottino di pasta, così la carne sarebbe stata ben nascosta.
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Monastero di Maulbronn |
Era nato così un piatto di magro adatto per la Quaresima. All’inizio furono chiamati fagottini di Maulbronn, in un secondo tempo il loro nome fu cambiato in Maultasche .
Ingredienti per quattro persone
350 gr. farina bianca
100 gr. carne di manzo cotta
30 gr. pancetta affumicata
200 gr. carne macinata mista
200 gr. carne di salsiccia
250 gr. spinaci
1 gambo sedano
1 carota piccola
1 cucchiaio di burro
2 piccoli panini raffermi
1 rametto di prezzemolo
5 uova + 1 tuorlo
Sale, pepe, maggiorana e noce moscata
3/5 cucchiai di acqua
1 lt. Brodo di carne
Preparazione
Impastare la farina con tre uova e un pizzico di sale.
Aggiungere un po’ per volta l’acqua e lavorare l’impasto fino a che diventa ben compatto ed uniforme.
Fare riposare la pasta in una ciotola coperta da un panno umido per una mezz’oretta.
Tagliare a pezzetti la carne di manzo e la pancetta.
Pulire e tritare il sedano e la carota e soffriggerli nel burro.
Lavare bene gli spinaci, scottarli brevemente in acqua bollente, scolarli e raffreddarli subito in acqua freddissima.
Fare ammollare i panini, strizzarli e sminuzzarli
Mettere nel tritacarne, la carne di manzo, la pancetta, le verdure, il prezzemolo e il pane e amalgamare il tutto.
Unire al composto ottenuto la pasta di salsiccia e le due uova, mescolare bene, salare e pepare.
Dividere in due la pasta all’uovo e stendere le sfoglie, con un cucchiaino mettere delle piccole porzioni di impasto di carne sulla prima sfoglia (calcolate 16 mucchietti, distanziati un po’ tra di loro).
Spennellare il bordo della sfoglia con il tuorlo d’uovo.
Sovrapporre la seconda sfoglia e sigillare schiacciando bene i bordi di ogni mucchietto prima di tagliare i fagottini.
Cuocere i fagottini in abbondante brodo di carne bollente, finchè non salgono a galla.
Kartoffelpuffer
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Kartoffelpuffer con Composta di mele |
La Kartoffelpuffer (frittella di patate) è un semplice piatto a base di patate. Si tratta di frittelle di patate grattugiate della grandezza di un palmo di mano, fritte in padella in abbondante olio.
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Rheinland Pfalz (Renania Palatinato) |
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Ruhrgebiet |
Nomi diversi, ma anche diversi contorni accompagnano queste frittelle, molto spesso però vengono servite spolverate di zucchero a velo assieme ad una composta di mele. La variante salata spesso accompagna i Sauerkraut (crauti) o il Räucherlachs (salmone affumicato).
Nonostante 100 anni fa le patate avessero una cattiva reputazione, poichè erano considerate il cibo dei poveri, la nostalgia del passato ha fatto ritornare di moda le Kartoffelpuffer, che un tempo venivano cucinate in tutte le case tedesche,
La regione della Ruhr era un tempo abitata da poveri tessitori. Le patate erano a buon mercato e saziavano a volontà.
Un tempo anche le bucce di patate venivano utilizzate in cucina e se ne ricavava una gustosa zuppa (Kartoffelschalensuppe). In tempo di guerra queste frittelle venivano conservate sott’aceto e mangiate al posto delle Bratheringe (aringhe arrostite e marinate in aceto).
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Bratheringe (aringhe arrostite e marinate) |
Ingredienti per 6 persone:
1.2 Kg di patate a pasta soda, 2 Cipolle bianche, 4 Uova, 60 gr. di farina bianca, Pepe, sale, olio di semi
Per accompagnare:
(a scelta Composta di mele o fette di pane integrale imburrate)
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Kartoffelpuffer con salmone affumicato |
Preparazione
Sbucciare, sciacquare e grattugiare finemente le patate e le cipolle, mescolarle assieme.Aggiungere le uova e la farina.
Salare e pepare.
Scaldare in una padella l’olio di semi.
Con due tre cucchiaiate del composto fare delle frittelle piatte e rosolarle nella padella da ambo i lati.
Servire ben calde accompagnate con la composta di mele o fette di pane integrale imburrate.
Suggerimenti:
se le patate vi sembrano acquose, dopo averle grattugiate, mettetele in un canovaccio di cotone ben pulito e strizzatele fino ad eliminare il liquido in eccesso
se vi piace il sapore, una grattugiata di noce moscata non guasta
un’aggiunta croccante e sfiziosa: un po’ di semi di zucca nel composto
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