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28 giugno 2011

Crauti Selfmade - Sauerkraut nach meiner Art: Prima parte - Erster Teil


Bacche di Ginepro - Wachholdbeere
 
Cumino - Kuminwürze
  
Ogni anno la solita storia, i cappucci vengono su tutti insieme allegramente e dopo svariate insalate e contorni, abbiamo la necessità di conservarli per l'inverno.






Ci siamo decisi quindi a provare la soluzione Krauti.
Attrezzatura casalinga:
Non avendo il classico mastello di legno o il tradizionale contenitore di terracotta, abbiamo optato per un più banale e pratico secchio di plastica (lavabile facilmente, leggero da trasportare e bianco così da vedere il contenuto) da 20 litri; coltello affilatissimo e mandolina; tagliere di marmo.
Ingredienti:
Bacche di ginepro, semi di cumino, sale fino e olio ... di gomito.

Sale fino - Salz


Cavolo Cappuccio - Weißkohl









Dopo aver lavato e tagliato in quattro i cappucci, eliminato le foglie esterne e il torsolo interno, li abbiamo affettati con la mandolina (vengono più sottili ed uniformi) e a coltello le parti più interne. Più sono sottili e meglio fermentano.
  
Abbiamo riempito fino all'orlo il secchio, con 3
cappucci affettati, per un peso complessivo di circa 5kg. Abbiamo aggiunto le spezie (una manciata di bacche di ginepro ed una manciata di cumino, a chi piace consiglio anche 2 o 3 foglie di alloro sminuzzate) e il sale fino (3% di sale rispetto al peso dei cappucci); mescolato bene un paio di minuti, finché il cavolo è diventato morbido. Il cappuccio ha cominciato subito a ... "sudare". Abbiamo pressato bene e poggiato sulla superficie un peso, noi abbiamo usato un secchiello pieno di mattoncini, facendo attenzione che il peso non coprisse tutta la superficie dei cappucci. Questo permetterà ai gas della fermentazione di fuoriuscire facilmente. Coperto il tutto con un canovaccio di cotone, per proteggere dalla polvere.

Ora riposeranno due settimane soli soletti nella nostra casa di campagna.
Per fortuna che abbiamo la guardia del corpo: Brülé (il pastore dei vicini) che spesso ci fa visita e  non vede l'ora di assaggiarli, accompagnati naturalmente da un paio di succulenti Würstel!!!!
 
Krauti con guardia del corpo

Meine liebe Deutsche Freunde, Sauerkraut machen mag ich euch nicht lehren, das ist euere Spezialität.
Aber möchte ich gerne euere Rezepte haben um noch mehr darüber wissen.




17 settembre 2010

Melanzane sott'olio - Eingemachte Aubergine - Aubergines à l'huile


Melanzane sott’olio

1 kg di melanzane del tipo lungo, più saporite di quelle tonde
1 litro di aceto di vino bianco
1 litro di olio d’oliva extravergine
Origano
Peperoncino
4/5 spicchi di aglio
Sale grosso
Zucchero



Sbucciare e tagliare a  fette le melanzane, spessore consigliato 2 max 3 mm.
Io non le sbuccio per lasciare inalterato il valore nutritivo degli ortaggi, però effettivamente senza la buccia la polpa resta più chiara.
Cospargerle di sale e lasciarle sgocciolare dell’acqua di vegetazione in uno scolapasta, coperte da un peso, per un paio d’ore.
Sciacquarle e tagliare le fette a striscioline. In tal modo è più facile sistemarle nei vasetti.
Scottarle nell’aceto bollente in cui è stato sciolto un cucchiaino di zucchero due di sale. Lo zucchero è facoltativo, io lo aggiungo per addolcire un po’ il gusto agro dell’aceto.
Farle asciugare all’aria su un canovaccio.
Tritare nel frattempo l’aglio e sminuzzare il peperoncino (mi raccomando i guanti!)


Mettere nel barattolo a strati le melanzane alternando i strati con l’aglio tritato, l’origano e il peperoncino sminuzzato, coprire il tutto con l’olio, schiacciando bene con una forchetta per fare uscire l’eventuale aria.

Si mangiano dopo almeno un mese di “riposo”


14 luglio 2010

L'orto. Der Gemüsegarten. Jardin potager.

Mi piace fare la formichina, mettere da parte, ma soprattutto mettere da parte quello che produciamo.
Questa è la materia prima della nostre conserve, ortaggi di vario tipo che, nonostante le avversità metereologiche, con dedizione e cura riusciamo ogni anno a produrre nl nostro piccolo orto.
L'occhio vigile del padrone scruta l'orizzonte, con saggezza e pazienza dispone la messa a dimora dell coltivazioni, assaggia la terra, fiuta gli aromi dell'aria, sorvegliando il lavoro di ...
Dario, il nostro "terzista" che con il suo potente SAME è attualmente incaricato di dissodare ed erpicare il terreno, salvo diverse disposizioni del "paron". 
Per fare tutto ci vuole un fiore cantava Sergio Endrigo, pochi si soffermano ad ammirare la bellezza dei fiori degli ortaggi. 
 
E' una tremenda battaglia quotidiana contro le erbe infestanti, se non si vuole usare il diserbante, gramigna e sorghetta sono i nemici da combattere. La loro capacità riproduttiva è straordinaria, basta un centimetro appena dimenticato distrattamente in giro, e sei fregato.

 
Ma alla fine quello che conta è il risultato!!!!!