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21 maggio 2012
Quello che (non) ho: i giornalisti sotto scorta
I giornalisti sotto scorta raccontano le loro parole:
LA PAROLA DI GAETANO SAFFIOTI E' L'ARIA,
LA PAROLA DI ROSARIA CAPACCHIONE E' PASSEGGIARE -
LA PAROLA DI GIULIO CAVALLI E' SOLE
LA PAROLA DI GIOVANNI TIZIAN E' LEGGEREZZA
LA PAROLA DI VINCENZO CONTICELLO E' MARE
16 maggio 2012
Quello che (non) ho: Mare
Achille Selleri Della capitaneria di porto di lampedusa racconta la parola "mare"
Il mare era in tempesta. Le nostre motovedette non erano nelle condizioni di uscire. Ho immediatamente convocato in capitaneria i pescatori di Mazara del Vallo per chiedergli se se la sentivano di uscire in mare con i miei uomini a bordo.
Alle ore 18.25 i motopescherecci TWENTYTWO, ARIETE, GIULIA e MARIA PINA lasciavano il porto di Lampedusa. A mezzanotte i motopesca hanno raggiunto il primo barcone. Nonostante la calca e la paura, il vento di burrasca e la forte risacca, dopo molti tentativi, tutti i 303 immigrati sono stati trasbordati sul Twenty Two. Subito dopo il loro barcone si è spezzato ed è affondato. Il rientro è iniziato alle prime luci dell'alba. Alle 8:32 il peschereccio è entrato in porto. Dopo circa 25 ore l'operazione di soccorso poteva dirsi conclusa. Ma veniva segnalato un secondo barcone. A 30 Miglia Nautiche a sud di Lampedusa, in acque maltesi. Stava imbarcando acqua a causa dell'eccessivo numero di persone -- circa 300 -- e del mare spaventoso. Alle 09.15 del 28 novembre i pescherecci hanno ripreso il mare. Si era alzato un forte vento da ovest. Il mare era ancora molto agitato. Il GHIBLI iniziava il trasbordo alle 17.45 e raggiungeva Lampedusa alle 22.27. Le operazioni di sbarco si concludevano alle 23.45 con un totale di 320 immigrati sbarcati. Ce n'erano tanti. Erano bagnati. Spaventati. Giovani. Donne. Una al nono mese di gravidanza. Tanti bambini. Ne ho preso in braccio uno appena nato. Dal primo avvistamento erano passate quasi 40 ore. Furono portate in salvo 623 persone. In quell'anno al largo di Lampedusa sono state salvate in mare 32 mila persone. E sono i bambini che ti rimangono più impressi
Quello che (non) ho: Cantautore
La parola cantautore (seguirà poi, dopo qualche anno, l'altrettanto orrenda cantautrice) nasce alla fine degli anni '50, quando uno sparuto gruppetto di giovani (Gino Paoli, Luigi Tenco, Sergio Endrigo i più noti), si misero a cantare canzoni da loro stessi composte, parole e musica. ...
Francesco Guccini spiega la parola Cantautore
Quello ch (non) ho: Stronzo
Fabio Fazio presenta Luciana Littizzetto: "Ci sono momenti in cui una parola diventa insostituibile: va detta proprio quella li. E solo poche persone riescono a usare quella parola lì. La parola è stronzo e la persona che l'ha scelta è Luciana Littizzetto"
15 maggio 2012
Quello che (non) ho: i Pomodori
Il signor YVAN SAGNET, ha 27 anni, viene dal Camerun, studia ingegneria al Politecnico di Torino. Un'estate, per mantenersi agli studi, è andato a raccogliere pomodori
Quello che (non) ho: ad una figlia che sta per nascere
L'attore Pierferdinando Favini elenca le parole che augura di incontrare alla figlia che nascerà in questi giorni.
08 marzo 2012
Guten Morgen Italien: La lotta continua. V
Guten Morgen Italien: La lotta continua:
Komm weg mit mir Vieni via con me
di Peter von Becker
Traduzione di Claudia Marruccelli
Conversazione sull’Italia e la mafia: Roberto Saviano non rinuncia alla lotta
Immaginiamo per un momento: una partita di Champions League tra Bayern München e il Real Madrid, contemporaneamente va in onda “Dschungelcamp” [Reality show in onda sul canale televisivo tedesco RTL, una specie di “Isola dei famosi” ndt], ma il vincitore degli ascolti televisivi in prima serata è un giovane scrittore, che su Arte e 3sat parla per esempio di vicende che riguardano la Germania, della cellula criminale neonazista in Turingia, l’ufficio federale per la salvaguardia della costituzione o gli intrallazzi economici di un presidente della repubblica. Sarebbe proprio un brutto scherzo, ma simpatico. Eppure qualcosa di simile, ma in maniera più spettacolare, è accaduto, anche se non da noi.
A volte verrebbe da credere che quasi tutta l’Italia sia rimasta in silenzio [ad osservare] dieci anni e mezzo di cattivo gusto, propaganda e imbecillità volgari soprattutto diffuse dalle emittenti televisive Mediaset di Berlusconi.
Ma poi, ancora nell’epoca berlusconiana, ecco che arriva il giornalista e scrittore napoletano Roberto Saviano, reso famoso dal suo libro Gomorra e perseguitato dalla camorra per cui è costretto in Italia a vivere sotto scorta, che lotta per una trasmissione televisiva.
per saperne di più clicca qui!!!
mehr wissen darüber hier !!!
Komm weg mit mir Vieni via con me
di Peter von Becker
Traduzione di Claudia Marruccelli
Conversazione sull’Italia e la mafia: Roberto Saviano non rinuncia alla lotta
Immaginiamo per un momento: una partita di Champions League tra Bayern München e il Real Madrid, contemporaneamente va in onda “Dschungelcamp” [Reality show in onda sul canale televisivo tedesco RTL, una specie di “Isola dei famosi” ndt], ma il vincitore degli ascolti televisivi in prima serata è un giovane scrittore, che su Arte e 3sat parla per esempio di vicende che riguardano la Germania, della cellula criminale neonazista in Turingia, l’ufficio federale per la salvaguardia della costituzione o gli intrallazzi economici di un presidente della repubblica. Sarebbe proprio un brutto scherzo, ma simpatico. Eppure qualcosa di simile, ma in maniera più spettacolare, è accaduto, anche se non da noi.
A volte verrebbe da credere che quasi tutta l’Italia sia rimasta in silenzio [ad osservare] dieci anni e mezzo di cattivo gusto, propaganda e imbecillità volgari soprattutto diffuse dalle emittenti televisive Mediaset di Berlusconi.
Ma poi, ancora nell’epoca berlusconiana, ecco che arriva il giornalista e scrittore napoletano Roberto Saviano, reso famoso dal suo libro Gomorra e perseguitato dalla camorra per cui è costretto in Italia a vivere sotto scorta, che lotta per una trasmissione televisiva.
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12 aprile 2011
Così si combatte il fango
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Saviano nella libreria Galla |
Giovedì sera in Piazza Castello eravamo più di tremila (3000) ad ascoltare Roberto Saviano.
Presso la Libreria Galla, Saviano ha presentato il suo ultimo libro "Vieni via con me", edito da Feltrinelli, in cui lo scrittore ha raccolto, ampliandole, le sue riflessioni, riportando i suoi monologhi andati in onda nella trasmissione omonima di Rai3 condotta da Fabio Fazio.
Una letio magistralis sulla censura, sull'omertà che la macchina del fango opera su tutti noi, sull'importanza di non infilare la testa nella sabbia, sulla necessità di parlare, leggere e diffondere la legge della libertà di pensiero opinione e parola. Uno squarcio rivelatore sui meccanismi che regolano la censura, in maniera subdola ma legale.
3000 giovanissimi, studenti, ragazzi, eccezionalmente bassa la media di età dei presenti, tenuto conto che la notizia era stata diffusa solo il giorno prima dal quotidiano locale, e dal solito passa parola di amici e sostenitori.
Sul maxischermo posto in piazza, la sua figura abbarbicata su uno sgabello di legno, il suo inconfondibile tic, grattarsi la testa, che a suo dire lo renderebbe poco telegenico, chiuso tra le mura della libreria, per ovvi motivi di sicurezza, infaticabile si è concesso alla fine alle centinaia di lettori in fila ordinata, in attesa di un suo autografo sul libro, fin oltre l'una di notte.
Chi non è riuscito ad avvicinarlo, come me, si è comunque portato a casa un regalo immenso: il miracolo di tutti quei giovani in piazza, presenti, partecipi, attenti, "complici", altro che i "bamboccioni" che il governo accusa di lassismo e superficialità.
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Fabio Fazio e Roberto Saviano |
Stasera a Perugia un nuovo incontro con Roberto, qui di seguito riporto l'inizio e la fine dell'articolo pubblicato stamattina sul quotidiano La Repubblica.
Che cos'è la macchina del fango? È delegittimazione, attacco personale, screditamento attraverso il gossip, gogna pubblica di fatti privati come un calzino color turchese o una vecchia foto di vacanze su una spiaggia nudista. È un sistema semplice e antico che funziona talmente bene da diventare regola: chi si pone contro il governo o certi poteri, finirà infangato.
...
Per ogni denuncia, per ogni critica, per ogni gesto di coraggio, per ogni resistenza, sai già cosa ti capiterà per cui senza paura dinanzi al "tutti facciamo schifo" risponderei come risposero i ragazzi di Locri alla bestialità ndranghetista: e ora infangateci tutti.

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