11 aprile 2011

Rubygate e Italia, un paese fuori controllo - Rubygate und Italien – ein Land ausser Rand und Band


Tages Anzeiger: Rubygate und Italien – ein Land ausser Rand und Band
di René Lenzin
(Trad. Claudia Marruccelli)

Mercoledì inizia a Milano il processo contro Berlusconi per concussione e prostituzione. La vicenda va oltre il caso eccezionale.

Mettiamo da parte per una volta la discutibile questione, se il primo ministro italiano abbia fatto sesso a pagamento con la allora 17enne marocchina Ruby Rubacuori. Resta un fatto: Berlusconi in persona ha telefonato a fine maggio alla questura di Milano, per fare pressioni affinché la stessa Ruby, fermata per furto, venisse rilasciata. Quand’anche egli avesse davvero creduto, che si trattava di una nipote dell’ex presidente egiziano Hosni Moubarak: in quale paese democratico dopo una simile vicenda un capo di governo non avrebbe rassegnato le proprie dimissioni?

Perché in Italia non è così? Questa è la domanda più frequente, che si pongono – e non per la prima volta - gli osservatori stranieri in relazione a Berlusconi. Le risposte verranno dal “Rubygate”, il processo contro il premier che inizierà la settimana prossima e che fornirà chiarimenti sul caso Italia, che consiste in qualcosa di più del semplice caso specifico [che coinvolge] Berlusconi.

Nicole Minetti
La Maitresse in Parlamento

Figura chiave in tutta la vicenda Rubygate è Nicole Minetti, 26enne consigliere regionale del PdL in Lombardia. Assieme al direttore del TG4 Emilio Fede e al manager dei vip Lele Mora avrebbe procacciato quelle circa 45 ragazze, con cui secondo le accuse il premier si è trastullato. Su ognuno dei tre incombe un’imputazione per sfruttamento della prostituzione.

La Minetti è stata l’igienista dentale di Berlusconi, prima di aver partecipato a qualche programma televisivo e di aver fatto il suo ingresso in politica. É stata eletta alle elezioni [regionali], in base ad una legge elettorale votata precedentemente dal secondo governo Berlusconi e che poi lo stesso ministro competente ridendo aveva definito una “porcata”. Vengono stilate liste elettorali che non possono essere modificate, che danno ai capi di partito ogni diritto di scelta. E ciò per concedere incarichi, sontuose ricompense e altri privilegi come i vitalizi per una sola legislatura.
Emilio Fede, Lele Mora e Ruby
Giustizia fai da te della magistratura

La maggior parte di ciò che il pubblico conosce del ruolo della Minetti nel caso Rubygate, lo ha appreso da indiscrezioni provenienti dalle autorità inquirenti. Il fatto che parecchi quotidiani italiani pubblicano con regolarità e in maniera dettagliata i risultati degli interrogatori e delle intercettazioni telefoniche, fa giungere ad una sola conclusione: essi [i giornali] vengono sistematicamente tenuti informati da documenti strettamente confidenziali provenienti dagli ambienti giudiziali – e non solo nella vicenda Ruby. Quindi la giustizia che già è frustrata dai continui attacchi di Berlusconi e che è sofferente per un organico ormai da tempo sottodimensionato, asseconda il colpevolismo mediatico. E viola i principi fondamentali del diritto pubblico come quello della presunzione di innocenza.

Della giustizia fai da te della magistratura, in Italia se ne parla poco. Tranne nel caso in cui il quotidiano Il Giornale, di proprietà della famiglia Berlusconi attacca il procuratore Ilda Boccassini, che sostiene l’accusa nella vicenda Ruby. Immediatamente il Consiglio Superiore della Magistratura ha avviato un’indagine interna contro le indiscrezioni. Simili retroscena alimentano gli attacchi dalla coalizione di destra, giudici e pubblici ministeri hanno perseguito le linee guida politiche della sinistra o per lo meno si sono presentati come un inviolabile stato nello stato.

Trasparenza senza trasparenza

I giornali dedicano numerose pagine a queste indiscrezioni, senza scrupolo e spesso indipendentemente dalla rilevanza penale del fatto. In particolare ci si sono messi di impegno i due corrispondenti dal tribunale del quotidiano La Repubblica, Piero Colaprico e Giuseppe D’Avanzo. Per esempio il 16 marzo, il giorno in cui un’inquirente milanese ha deciso di processare Berlusconi con rito abbreviato. In quel caso hanno descritto un interrogatorio di Ruby avvenuto il 3 agosto 2010, come se vi fossero stati presenti. Nocciolo della questione: Ruby avrebbe detto a Berlusconi di essere minorenne. Il 16 febbraio Anche il Corriere della Sera scrisse che quel 3 agosto ebbero luogo due interrogatori. Ruby sarebbe caduta in contraddizione rispondendo alla domanda, se Berlusconi era a conoscenza della sua vera età.

La Repubblica aveva fonti di informazioni diverse, forse molto meno affidabili del Corriere della Sera? O i giornali perseguono un ordine del giorno assegnato loro da Berlusconi? Perché non hanno pubblicato gli atti su Internet dopo lo scoop, in modo che i lettori stessi potessero farsene un’idea? “ Nella vicenda Ruby sono fiero di ogni indiscrezione che riesco a pubblicare” ha riferito brevemente Colaprico ad un giornalista straniero a Milano.

Il nemico del mio nemico

Ruby non è l’unico processo, che Berlusconi deve affrontare in questi giorni. Nel frattempo il parlamento discute in merito alla riforma della giustizia una nuova legge, che permetterebbe a Berlusconi di liberarsi di uno di questi processi. Inoltre questa settimana sono avvenuti tafferugli nella camera dei deputati, che hanno visto come protagonista il ministro per la difesa Ignazio La Russa. La Russa avrebbe offeso non solo [i deputati della ] sinistra, ma anche il presidente della Camera Gianfranco Fini.

Fini non ha considerato questo attacco rivolto alla sua persona, bensì alle istituzioni statali, così come di norma fa nei confronti degli attacchi della coalizione di governo, da quando ha rotto con Berlusconi. Il fatto che Fini stesso mini questa istituzione, mentre allo stesso tempo ricopre il ruolo di leader dell’opposizione e – sostanzialmente super partes – resti presidente della Camera, non sembra preoccuparlo. E nemmeno gli altri partiti dell’opposizione, che di solito chiedono ad alta voce più dignità nei confronti delle istituzioni. Com’è che si dice nelle alte sfere della politica: “Il nemico del mio nemico è mio amico”.

Berlusconi e Ruby
La principessa al ballo delle debuttanti

Di nuovo parliamo di Ruby. Comparirà in processo sia come testimone per l’accusa che per la difesa. Come vittima della prostituzione minorile dal punto di vista dell’accusa lei è anche parte lesa. Non è una beffa? Una 17enne, che si spaccia per 24enne e ne ha anche l’aspetto e che sembra avere un unico scopo nella vita: diventare famosa e ricca prima possibile. Che sembra che parli del più o del meno negli interrogatori e nelle intercettazioni telefoniche. Che si gusta le sue apparizioni televisive tra le lacrime e salutando a gesti. Che si fa portare a Vienna in jet per fare il suo ingresso al ballo delle debuttanti come una principessa.

Cosucce, verrebbe da dire. Se si trattasse di un caso isolato e non delle centinaia di ragazze, che mirano a raggiungere esattamente il medesimo scopo. Ma finora [ a loro] non gli è riuscito, come a Ruby, Noemi Letizia o Patrizia D’Addario metter piede nella camera da letto di Berlusconi.

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