25 gennaio 2011

Tessuto anzichè plastica - Stoff statt Plastik

Stoff statt Plastik

Articolo di Andrea Bachstein del Süddeutsche Zeitung.
Gli italiani cambiano contenitori: nel paese dei sacchetti di plastica arrivano gli acquisti solo con borse ecologiche. Mamma mia!

In Italia non è cambiato nulla in una notte: lunedì il primo giorno lavorativo dell’anno, da quando è vietata la vendita dei tradizionali sacchetti di plastica, si vede, come prima, la maggior parte della gente portare a casa i propri acquisti nei sacchetti di poletilene. Tuttavia la novità è che i clienti non devono pagarli. Fin quando hanno scorte, i negozianti possono distribuire le borsette di plastica anche dopo il primo gennaio, ma non vengono più messe in conto.

La legge sulla salvaguardia ambientale varata poco prima di Natale non proibisce i sacchetti [di plastica], ma la loro vendita. Ci vorranno ancora un paio di settimane per sostituirli con i sacchetti biodegradabili, dichiara il gestore di una filiale della catena di supermercati Metà. Nel negozio di Viale dei Colli Portuensi, una strada importante della zona ovest di Roma, questi ha però osservato, che già dalla settimana scorsa alcuni clienti portano con sé, più spesso di prima, borse di tessuto o di altro tipo. Il supermercato ha già ordinato i previsti sacchetti ecologici. Saranno chiaramente più costosi dei vecchi. Invece degli attuali 5 centesimi, dice il gestore di Metà, i nuovi costeranno da 9 a 10 centesimi.

In uno dei piccoli tipici negozi di alimentari selfservice che si trovano nei quartieri [italiani], la situazione è simile. La proprietaria del negozio Fratelli Fanti di Zanata, che appartiene alla catena Margherita (Conad), dice che aspetta la consegna dei sacchetti ecologici per questo martedì. Però anche lei vuole usare i vecchi sacchetti che ha ancora, fino ad esaurirli.

La durata dei sacchetti alternativi per contro si è già dimostrata un problema. Alcuni negozi hanno già iniziato ad usare sacchetti fatti con un materiale a base di mais. I clienti si lamentano che questi si strappano facilmente, talvolta persino ancora alla cassa. Laddove non si tratta di alimentari, sempre più negozi hanno iniziato già da tempo, ad indirizzarsi verso sacchetti di carta.

L’addio ai sacchetti di plastica ha richiesto agli italiani un drastico cambiamento nelle abitudini. In Europa sono i primi in classifica come utilizzatori di sacchetti di poletilene (non mi piace la definizione semplicistica tedesca), che arrivano a 25 miliardi di buste all’anno, in media 300 a testa. Solo nella capitale romana sono arrivati finora a 1.6 miliardi di buste. Arrivare a simili cifre era facile finora. Sono stati messi a disposizione come articoli in vendita non solo per gli acquisti all’ingrosso, anche un mazzetto di prezzemolo al mercato o 5 viti dal ferramenta erano fondamentalmente offerti in sacchetti di plastica. Chi non li voleva, si scontrava con lo sguardo esterrefatto del negoziante.

1 commento:

Wienermädel + Co ha detto...

Bei uns in Wien wird der Müll verbrannt, trotzdem sind sind Mehrwegbeutel dem Plastiksackerl vorzuziehen. In meiner Handtasche ist immer eine Baumwolltasche zusammengefaltet und zum Einkaufen habe ich einen Korb!
LG