11 novembre 2010
Affossatore del patriarca -Totengräber des Patriarchen
Süddeutsche Zeitung:Totengräber des Patriarchen
Il sistema Berlusconi è fallito a causa del suo stesso creatore. Ma è il suo ex partner [di governo] che gli assesterà il colpo finale.
[Il fatto che] manchino solo pochi giorni o qualche settimana alla uscita [di scena] dalla [vita] politica di Silvio Berlusconi, non ha proprio alcuna importanza. Gianfranco Fini lo ha messo con le spalle al muro. Questi vuole porre fine alla tragedia di un vecchio patriarca e del suo traballante governo e quindi di un partito che si sta lacerando da mesi.
L’agonia del potere del premier italiano, è iniziata al più tardi l’estate scorsa con la estromissione di Fini, il cofondatore del suo partito il PDL
Aveva iniziato da neofita di belle speranze. Quando Berlusconi fece ingresso sulla scena politica nel 1994, era svincolato dagli strascichi del vecchio sistema partitico in tilt a causa degli scandali. Il suo enorme successo come imprenditore è sembrato una garanzia a molti, nella conduzione dell’Italia. E’ stato rieletto quattro volte da allora. Le sue promesse di riforme, deburocratizzazione, riduzione fiscale e il suo carisma a detta di molti nascondono tutt’altro: problemi giudiziari, amicizie legate alla mafia, che hanno accompagnato Berlusconi sin dall’inizio – oltre che la equivoca doppia funzione di più grande magnate industriale del paese e capo del governo.
Tuttavia dopo la sua rielezione, due anni fa, è stato sempre più difficile valutare ciò che sembra un’illusione. Il populista Berlusconi vuole far credere agli italiani, persino al resto del mondo, che ha tutto sotto controllo e che si sta votando totalmente al bene dell’Italia. Il governo finora ha speso tutte le sue energie nella ricerca di soluzioni legislative a tutela del premier contro i [suoi] processi.
Fini è arrivato al punto: il pretestuoso “Governo del fare” è in realtà “ il governo del fare finta che …”. Imprenditori, operai, famiglie e la giovane generazione sono stati abbandonati dalla politica ai loro bisogni e alle loro legittime preoccupazioni. E lo esprimono in maniera sempre più manifesta senza ricevere alcuna risposta.
Non è fallito solo il governo, ma anche il progetto del PDL. Dalla fusione degli ex di AN di Fini e di Forza Italia di Berlusconi sarebbe dovuta nascere una nuova unica destra, “la rivoluzione liberale”. Fini non vede più alcun futuro per questo partito. Il PDL è divenuto un partito che ruota unicamente intorno alla persona di Berlusconi e all’affermazione del suo potere ad ogni costo. Il PDL è un raggruppamento di persone, che sostenono Berlusconi, senza uscire dal sistema da cui loro stessi traggono vantaggio. Non c’è alcuna democrazia al suo interno, le decisioni le prende solo e soltanto Berlusconi.
Fini ist mitverantwortlich
Il 74enne vuole dirigere in maniera patriarcale non solo il PDL, come precedentemente faceva con le sue imprese, ma anche lo stato. Non vuole capire che una democrazia parlamentare funziona con regole diverse da quelle di una ditta. Che chi lo critica non può semplicemente essere buttato fuori, ma deve accettare lo scambio di opinioni con altri. Berlusconi appare sempre meno in parlamento. Questa non è l’unica dimostrazione di disprezzo e inosservanza delle istituzioni. Che sia la giustizia o la Costituzione, il premier le considera come ostacoli per suoi traffici.
Fini non vuole restare a guardare tutto ciò. Con il suo movimento Futuro e Libertà, che ben presto è diventato un partito, sta cercando di sfondare una porta, che gli permetta di uscire da un sistema stagnante. Fini vuole allontanarsi dal modello di capo di partito creato su misura, vuole [tirarsi] fuori da ciò che in Italia si chiama il Leaderismo. Fini vorrebbe creare una collocazione per un moderno partito liberale di centro destra. Una forza politica della borghesia centrista su modello di un partito come il CDU orientato verso l’Europa. La politica della Lega Nord, egoista, federalista e ostile agli emigranti, partner nella coalizione di Berlusconi, ha in ogni caso espresso un chiaro rifiuto.
Così come incerta appare l’esistenza di un PDL senza Berlusconi, attualmente appare anche poco chiaro se Fini riuscirà ad affermarsi in occasione di nuove elezioni. Si andrà alle elezioni, con molta probabilità già nei prossimi mesi, non importa se nel frattempo ci sarà un rimpasto governativo o un cosiddetto governo tecnico di transizione.
Ciò che Berlusconi lascia agli italiani è un pericoloso malumore politico ed elettorale causato soprattutto dal suo continuo sparare a zero contro le istituzioni dello stato. Secondo un recente sondaggio il parlamento europeo è l’unica istituzione che non ha perso fiducia negli italiani.
Sarebbe sbagliato festeggiare Fini come salvatore dell’Italia. Se il suo progetto funzionerà è ancora da vedersi. Fini ha appoggiato per 16 anni Berlusconi e la sua politica ed è corresponsabile dell’attuale situazione nel paese. Forse adesso ha assestato al sistema Berlusconi il colpo decisivo. Il sistema Berlusconi è fallito ma a causa del suo stesso creatore.
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