I VERTICI EUROPEI MOSTRANO UNITA' "Monti potrebbe schiacciare sul pulsante Stop ?" "Non ci riesco Sarkozy mi stringe troppo". |
di Florian Eder
Pubblicato in Germania il 5 febbraio 2012
Testata Welt OnlineTraduzione di Claudia Marruccelli per ItaliaDallEstero
Angela Merkel, Nicolas Sarkozy und Mario Monti |
L’Europa ha un nuovo protagonista. Un distinto signore brizzolato, ben educato e dai polsini inamidati. Si chiama Mario Monti, ha 68 anni ed è presidente del consiglio italiano da ben 70 giorni. In questo periodo ha restituito credibilità al suo ruolo e al paese. Con passi accorti li ha portati entrambi in Europa e nel parlamento italiano ha spazzato via quell’aspetto ridicolo che aveva contraddistinto il suo predecessore.
Porta un insolito effetto di freschezza sullo scenario politico italiano. Mario Monti ha liberato l’Italia dall’incubo di non essere più presa sul serio. Questo lo ha reso uno dei principali partner di Angela Merkel nella crisi europea, ma anche il suo più potente antagonista.
Ma i successi iniziali non appagano Monti che pretende Maggiore solidarietà, più riconoscimenti al suo lavoro, un ampliamento dello scudo monetario – maggiore liquidità. Con l’autorità del suo incarico e della sua persona si fa portavoce di un’alleanza che: per la sua mancanza di fiducia sta mettendo in gioco il salvataggio dell’Europa, che teme i mercati e chiede un definitivo impegno dei potenti. E’ agli sgoccioli, c’è solo un lieve segnale di distensione nei disastrosi piani che hanno messo l’Europa in crisi. L’alleanza non ha fiducia nella forza delle volontà politiche. Non fa alcun affidamento sul fatto che i portoghesi e gli spagnoli stessi siano i principali interessati all’abbattimento del deficit del proprio paese, sul fatto che le riforme strutturali non sono restrittive, ma danno respiro. E non osa dire chiaro in faccia ai cittadini: siete chiamati in causa anche voi.
Mariano Rajoy und Angela Merkel |
L’italiano è allo stesso tempo l’eroe di coloro che desiderano uno stato rigoroso, che vedono in lui e nel danaro dei suoi cittadini un puro e semplice strumento. Uno strumento da utilizzare a proprio piacimento, quando serve, per evitare traumi al sistema economico. Sono gli stessi che considerano un mezzo anche un istituto d’emissione. Mario Monti, questo personaggio signorile della vecchia Europa, è l’insospettabile testimonial in tutta la Dolce Vita di Christine Lagarde, la nuova lady di ferro in Europa. Nei panni di dirigente dell’FMI ripete ciò che chiede quando indossa le vesti di ministro delle finanze francese: più tasse ai ricchi negli stati bisognosi. Monti è anche testimonial del presidente degli Stati Uniti: Obama e Monti presto si vedranno per discutere di “un ampliamento del fronte finanziario europeo”, secondo quanto riferisce la Casa Bianca. Monti gode del sostegno di Obama. Il canto delle sirene ammalia il vertice europeo, il dolce canto dell’emissione di denaro.
Il futuro dell’euro zona dipende dall’Italia. Se non riuscisse il salvataggio della Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna potrebbero andare in fumo. L’Italia è così importante e forte che il paese sarà il fattore determinante per tenere unita l’Unione Monetaria o lasciarla andare a pezzi. Per il momento però non serve il programma di incentivazione al lavoro garantito dai finanziamenti di Bruxelles, nè serve l’aumento di aiuti economici, insufficienti all’Italia con i suoi 1.8 milioni di euro di debito pubblico. Al momento è d’aiuto soltanto la strada che Monti ha cominciato a percorrere a Roma. Peccato che al momento non possa essere certo che conduca allo scopo: mettere in ordine le spese e togliere i benefici ai privilegiati. Monti ha puntato i piedi con forza nelle prime settimane. L’Italia ha deciso di rendere più concorrenziali quei settori che condizionano la vita di tutti i giorni: gli studi legali e le farmacie, i tassisti e i distributori di benzina. Si è fatto dei nemici, ma da da tempo gli italiani non sono tutti reazionari.
Tassisti in sciopero a Roma |
Da tempo diminuiscono le spese finanziarie italiane, senza alcun aiuto da parte di Berlino. Nemmeno i mercati riescono a resistere al fascino di Monti. Lo assecondano. E gli accordano anche tempo: Con freddezza Monti tiene testa ai parlamentari, rimasti ancora ai tempi di Silvio Berlusconi, che hanno voluto dimostrargli che il suo incarico di governo dipende solo dalla loro clemenza. Allo stesso tempo il loro destino dipende dal premier ad interim. Secondo i sondaggi la maggioranza di Berlusconi è acqua passata. Non se parla proprio di una caduta di Monti prima delle elezioni politiche del 2013.
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