10 agosto 2011

L’opinione italiana ed il caso Berlusconi

L’opinione italiana ed il caso Berlusconi

di Dominique MoÏsi– 6 giugno 2011
Pubblicato in: Francia su Les Echos
Traduzione di Claudia Marruccelli per ItaliaDallEstero.info

Sergio Marchionne e Silvio Berlusconi
Nel momento in cui il paese festeggia il centocinquantesimo anniversario dell’unificazione, gli italiani sembrano divisi tra orgoglio ed vergogna. L’orgoglio è discreto e deriva in gran parte dal successo di Fiat sul piano internazionale e in particolare dall’acquisto da parte grande industria torinese di una parte del capitale della Chrysler. Questo riequilibrio transatlantico – e stavolta è l’Italia ad avere il ruolo da protagonista ridora il morale degli italiani, anche se il protagonista di questa operazione, l’amministratore delegato Fiat, Sergio Marchionne, è considerato più come una “creatura globale” che come un italiano puro.

Ma i successi della società civile non riescono a mascherare l’umiliazione crescente che gli italiani provano nei confronti del proprio sistema politico in generale e del loro capo di governo in particolare. Silvio Berlusconi ispirerebbe quasi pietà al popolo italiano: non assomiglia sempre di più ad una di quelle statue di cera del Museo Grévin? [museo privato a Parigi in cui è possibile ammirare numerose riproduzioni in cera di personaggi famosi, ndt] Isolato nelle sue certezze e circondato da una folla di cortigiani stipendiati che lui stesso stipendia, il presidente del consiglio, troppo occupato dai suoi numerosi processi, ha perso il contatto con una realtà che gli sfugge.

Nei diciassette anni in cui Berlusconi è stato, seppure con delle alternanze all’opposizione, al potere la società italiana è profondamente mutata. Il machismo volgare di Silvio Berlusconi forse un tempo poteva sedurre una cultura popolare che si riconosceva in lui, quando descriveva il ruolo della donna sia come chiave di volta del focolare, sia come un oggetto sessuale. La maggioranza delle donne italiane ormai lavora e lo humor licenzioso è diventato inaccettabile. Gli italiani semplicemente ne hanno abbastanza: abbastanza di vedere il proprio paese considerato e descritto come una “sessocrazia”, un oggetto costante di scandali che riguardano i genitali del loro presidente del consiglio e le ragazzine.

In occasione delle recenti elezioni amministrative sono state le donne che a Milano, feudo storico di Berlusconi, hanno guidato la contestazione ed assicurato la sconfitta del partito del Cavaliere con i loro voti, a dispetto o piuttosto a causa del suo impegno personale nella campagna. Le stesse cause hanno prodotto lo stesso risultato a Napoli.

Oggi è possibile dire che il dopo Berlusconi è iniziato. Ma è un dopo Berlusconi con Berlusconi, poiché nessuno sa come mandar via un uomo che, con ogni probabilità, si aggrapperà con tutte le sue forze al potere per i due anni di mandato che gli restano. Certo, la sconfitta della Lega Nord in queste elezioni non solo ha indebolito la coalizione al potere, ma ha creato delle tensioni tra i suoi membri. Umberto Bossi vuole prendere le distanze da un Silvio Berlusconi che porta il suo partito e le sue idee verso la disfatta. Ma qualsiasi scenario di complotto “all’inglese” che porterebbe all’estromissione di Berlusconi e alla sua sostituzione da parte del suo ministro dell’economia e delle finanze Giulio Tremonti, così come John Major è riuscito a suo tempo a sostituire Margaret Thatcher alla guida del partito conservatore, resta poco probabile.

L’Italia quindi rischia la paralisi e l’umiliazione crescente di vedersi isolare sulla scena internazionale. Gli italiani si rendono conto, certo con un imbarazzo sempre più grande, del modo in cui, con un misto di irritazione e di accondiscendenza, il loro capo di governo viene trattato sulla scena internazionale. E in particolare dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama. L’Italia può impegnarsi nel conflitto libico con determinazione e anche con fantasia, il suo contributo non viene riconosciuto. L’identità del messaggero scredita il contenuto del messaggio.

Sempre più italiani si chiedono ormai come sono potuti cadere così in basso nello sguardo degli altri e nella stima che potevano avere di sé stessi. In questo contesto avvilito una personalità, quella del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, assume un ruolo che va oltre quello delle sue prerogative istituzionali. Egli incarna la dignità dell’Italia di fronte alla volgarità del suo Primo Ministro. Ma pur essendo una risorsa a metà, non potrebbe in nessun caso essere considerata una soluzione. La debolezza e le divisioni dell’opposizione in attesa di una figura nuova e provvidenziale, costituiscono il principale ostacolo alle speranze dell’alternativa. Come sempre in Italia la speranza arriverà dalla società civile
Cetto Laqualunque

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