24 agosto 2011

Dubbi sulla „manovra della disperazione - Zweifel am Sparpaket der Verzweiflung

Dubbi sulla „manovra della disperazione”


di Micaela Taroni– 16 agosto 2011
Pubblicato in: Austria su Wiener Zeitung
Traduzione di Claudia Marruccelli per Italia dall'Estero

Da anni è stato il garante per la disciplina di bilancio e della serietà in un Italia pesantemente indebitata: con la sua esperienza internazionale e la sua competente oggettività, il ministro delle finanze italiano Giulio Tremonti è stato considerato il garante della stabilità politico economica.

Mentre il presidente del consiglio Silvio Berlusconi è impegnato con gli scandali del bunga bunga e i suoi rapporti con escort minorenni, questo esperto fiscalista di poche parole, originario di Sondrio, si scervella sulle misure anticrisi e sulle leggi finanziarie, per salvare l’Italia più o meno investita dalle crisi economiche e finanziarie del 2008 e del 2009. “Tremonti è un genio!” ha tenuto a dire Berlusconi a proposito del lombardo, che nei suoi discorsi ricorre spesso a citazioni latine. I tempi però sono cambiati, il vento della crisi economica e dei debiti fa traballare la poltrona di Tremonti. Il giurista, che aveva profetizzato il collasso del sistema, nel 2008 sul suo libro “La paura e la speranza” e rivendicato, di essere stato il primo, a presagire la tempesta dei mercati finanziari, ora è parecchio sotto tiro.

Pressato dalla speculazione internazionale Tremonti ha dovuto perfezionare la sua manovra finanziaria già due volte nel giro di un mese, per arrivare ad un pareggio di bilancio un anno prima del previsto. Ha dovuto annunciare ai suoi connazionali ulteriori manovre economiche per 45 miliardi di euro giusto prima di Ferragosto. Inoltre Tremonti si era sempre vantato, di essere riuscito a tirare fuori dal vortice della crisi finanziaria il suo paese e di non avere aumentato la pressione fiscale.

Sacrificio senza precedenti

Tremonti appare indeciso e perplesso di fronte agli attacchi speculativi, che hanno affossato la Borsa di Milano e hanno fatto precipitare ai minimi storici la differenza dei tassi di interesse tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi. La manovra finanziaria presentata venerdì, con cui pretende dai suoi connazionali “lacrime e sangue”, non attenua in alcun modo la sfiducia dei mercati finanziari nei confronti della solvibilità italiana, costringe piuttosto gli italiani a sacrifici senza precedenti.

„La manovra della disperazione“, così il quotidiano romano La Repubblica ha definito criticamente le misure economiche di Tremonti. Gli analisti rimproverano al ministro delle finanze, di non aver preso misure tempestive per arginare la crisi e di non aver varato riforme strutturali. Tremonti avrebbe mantenuto l’Italia nell’illusione. La crisi dell’euro non si sarebbe estesa sulla già enormemente indebitato penisola.

Isolato ed indebolito

Tremonti viene descritto dai media italiani come un uomo isolato e fortemente indebolito politicamente. I rapporti tra il ministro e i suoi colleghi di governo, che spesso ha trattato come scolaretti indisciplinati con la presunzione di un maestro, sono tesi. Anche Berlusconi non sembra più così ben disposto nei suoi confronti. La decisione di Tremonti, di introdurre una tassa di solidarietà per le famiglie benestanti, ha suscitato il malcontento dell’imprenditore, che aveva sempre promesso ai suoi elettori di non aumentare le tasse.

I tagli agli enti locali, comuni e province, provocano proteste nella Lega Nord, che finora aveva preso le difese del tosto ministro della Valtellina.

Persino gli industriali voltano le spalle a Tremonti e definiscono la sua manovra insufficiente a riportare sotto controllo il terzo stato più indebitato del mondo. Il ministro ora si vede al centro di una massiccia ondata di proteste. I sindacati hanno annunciato uno sciopero generale contro i tagli. Le misure decise da Tremonti tra cui il blocco dei contratti di lavoro e della tutela contro i licenziamenti ingiustificati, provocano una grandissima indignazione nelle organizzazioni degli imprenditori. I partiti all’opposizione esigono le dimissioni del governo Berlusconi, e la creazione di un governo tecnico di transizione, che possa restituire all’Italia una credibilità internazionale.

In questa situazione turbolenta, Tremonti lotta per non essere disarcionato. “Se io cado, cade l’Italia” ha dichiarato il ministro, quando agli inizi di luglio l’Italia si è trovata per la prima volta nel mirino dei mercati finanziari. Però Tremonti, che fino a poche settimane fa era il caposaldo del governo Berlusconi, non sembra più insostituibile. “Tremonti è rimasto solo e non è più inattaccabile. E’ diventato il capro espiatorio di questa crisi” secondo l’analisi di un politologo.

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