09 febbraio 2011

Rom e Europa

In questi giorni in Italia si è tornato a parlare delle condizioni in cui i Rom vivono nel nostro paese, della discriminazione di cui spesso sono stati e sono tutt'ora vittime. Se ne parla purtroppo solo quando ci scappa il morto o quando i giornali riportano la notizia di un incidente causato da uno "zuingaro" ubriaco.
Scorrendo la stampa straniera, ho trovato questo articolo del quotidiano francese Le Point (nel titolo il link all'originale, come sempre), che traduco per voi, per invitarci alla riflessione.  

Le Point: A Berlin, un Rom rescapé de l'Holocauste fustige la France et l'Italie


A Berlino un Rom sopravvissuto all’olocausto bacchetta la Francia e l’Italia

Giovedì nella sede del parlamento tedesco, in cui la sua comunità è stata per la prima volta ricordata come vittima del nazismo, in occasione della giornata della memoria, un rom sopravvissuto all’olocausto, ha bacchettato alcuni paesi europei tra cui la Francia e l’Italia, per la situazione “indegna” [in cui vivono]i Rom.
“I Sinti e i Rom sono trattati indegnamente, in particolare in molti paesi dell’est europeo, come la Romania o la Bulgaria, ha dichiarato l’olandese Zoni Weisz, 73 anni, la cui famiglia è stata distrutta dai nazisti.
“In alcuni paesi dell’Europa dell’ovest tra cui l’Italia e la Francia che appartengono quindi alla comunità europea, siamo vittime di discriminazioni, siamo segregati e viviamo nei ghetti in condizioni indegne” ha denunciato l’ex fioraio della casa reale olandese.
“In alcuni ristoranti sono riapparsi cartelli su cui è scritto *Vietato l’ingresso agli zingari* la storia si ripete” ha affermato di fronte ai volti commossi/seri della cancelliera Angela Merkel e dei deputati.
Senza fare cenno a nessun paese in particolare, il presidente del Bundestag Norbert Lammert, membro della CDU (Unione cristianodemocratica tedesca) partito della Merkel, ha dichiarato che “la più grande minoranza etnica europea, “che conta tra 10 e 12 milioni di componenti,”è stata fin’ora la più discriminata”.
Weisz ha incitato a continuare a “sollecitare i governi in questione e si è congratulato con la vice presidente della Commissione europea, Viviane Reding, per aver denunciato le condizioni dei Rom in particolare in Francia, dove si sono moltiplicate l’anno scorso le espulsioni verso la Romania e la Bulgaria.

Standing Ovation dei deputati.

Con la voce rotta dalla commozione, Zoni Weisz ha raccontato del destino della sua famiglia, deportata quando aveva 7 anni. “Mio padre aveva appeso il cappottino blu di mia sorella alle sbarre del carro bestiame” ha raccontato l’olandese che era rimasto sul marciapiede della stazione, poi riuscito a fuggire grazie all’aiuto di un poliziotto.
“L’Olocausto dimenticato” rappresenta lo sterminio, all’epoca del 3° Reich di [una popolazione] tra 220.000 e 500.000 Rom in una comunità, allora, secondo gli storici, di un milione di abitanti in Europa.
E’ stata la prima volta che un Rom ha tenuto un discorso al Bundestag nella Giornata della Memoria, istaurata nel 1996 in Germania, in occasione dell’anniversario della liberazione di Auschwitz da parte dell’armata rossa (27 gennaio 1945).
Il consiglio centrale dei Sinti e dei Rom in Germania ha apprezzato la svolta. Nel 2010 il presidente israeliano Shimon Pérès è stato ospite d’onore.
Sono state previste commemorazioni in molti ex campi di concentramento.
Considerati “una razza inferiore” dai nazisti, i Rom sono stati sistematicamente perseguitati, confinati nei ghetti, in campi nomadi, deportati o uccisi sul posto. In alcuni lager come Auschwitz o Ravensbrück, sono stati usati come cavie da laboratorio per esperimenti medici.
Ma la Germania Federale ha riconosciuto solo nel 1982 questo genocidio, con un atto del cancelliere Helmut Schmidt.
A Berlino sono stati inaugurati una strada ed una palestra che portano il nome di alcuni Rom uccisi dai nazisti: “Via Ede e Unku” che fa riferimento ad un libro che racconta la storia di una Sinti morta ad Auschwitz, e  la palestra “Johan Trollmann” dal nome di un campione di boxe assassinato dai nazisti.
Secondo il Consiglio centrale dei Rom in Germania, circa 70.000 Rom hanno il passaporto tedesco, a cui si aggiungono parecchie decine di migliaia di altri rifugiati provenienti dalla Bosnia o dal Kossovo,

1 commento:

Wienermädel + Co ha detto...

Das ist ein sehr schwieriges Problem! Ich glaube, wirklich beurteilen können das nur die Betroffenen.