Tages Anzeiger: Auf einen Klick legal
In Italia 52.000 clandestini diventano regolari con un click. L’idea arriva proprio dalla Lega Nord.
La ragazza peruviana, che chiameremo Mary, è strafelice. Finalmente ce l’ha fatta, lo sognava da quando è arrivata in Italia: ottenere il permesso di soggiorno e un contratto di lavoro regolare e non dover più lavorare in nero. Mary è una delle tante extracomunitarie che hanno approfittato di una delle periodiche procedure di legalizzazione emanate dal governo italiano.
Sono a migliaia da noi in Italia, puliscono, costruiscono, curano malati ed anziani o sgobbano per una paga da quattro a sette euro all’ora, di solito là dove la forte disoccupazione allontana gli italiani/non attira più gli italiani. Vengono dall’America Latina, dall’Africa del Nord, dall’Asia o dall’Europa dell’Est. Qualcuno ha un permesso, però la maggior parte sono i cosiddetti clandestini.
Sistemi tecnologicamente all’avanguardia
Finchè fanno i „bravi“ clandestini, cioè lavorano diligentemente e non entrano in contrasto con la legge, il soggiorno illegale è considerato un peccato veniale. In considerazione della tradizione ampiamente diffusa del perdono e dell’indulgenza, lo stato italiano concede periodicamente/in continuazione amnistie.
Ora anche con le ultime modernissime tecnologie. In questi giorni è stata messa on line una recentissima procedura di legalizzazione che si chiama “Click Day”: lo slogan è “In regola via computer con un solo click”. 303.252 extracomunitari si sono collegati sulla pagine del Ministero per gli Interni per accedere ai 52.080 permessi di soggiorno. La maggior parte di loro vive e lavora nel nord e centro Italia, solo un terzo nella popolatissima Lombardia. La maggior parte degli accessi sono stati eseguiti da bengalesi, circa 50.000, seguiti da marocchini, indiani, egiziani e cingalesi.
Sperare nel prossimo Click Day
Il ministro degli interni e quindi responsabile del Click Day è del resto Roberto Maroni della Lega Nord, che di regola non va proprio d’accordo con gli extracomunitari. Che dietro la scorza dura del cattivo leghista si nasconda un gran cuore d’oro di cattolico? O è semplicemente quel pragmatismo, che contraddistingue continuamente la Lega nella sua politica determinata?
I ben 50.000 posti sono andati a ruba in pochi secondi, ha dichiarato orgoglioso Maroni. Tutto è andato correttamente, senza che la rete informatica del Ministero abbia avuto degli intoppi. Lo sa bene naturalmente: una nazione crollerebbe se non ci fossero gli extracomunitari. I 250.000 e oltre, che non ce l’hanno fatta continuano a pulire, costruire e curare illegalmente/nella clandestinità sperando nel prossimo Click Day che arriverà puntuale come l’Amen in Chiesa.
Immigrata felice come la Pasqua
La legalizzazione però non è così facile come lascia intuire il nome. I clandestini devono infatti convincere il proprio datore di lavoro a metterli in regola, rinunciando ai vantaggi che il lavoro nero gli permette: niente contributi sociali, stipendi bassi, una forte/stretta dipendenza. Dopo di che il prescelto [il lavoratore che vuole essere messo in regola] deve tornare nel proprio paese e farsi rilasciare ufficialmente dal consolato italiano in patria quel permesso che di fatto già possiede.
Mary, che lavora come Colf presso una famiglia milanese, ha raccontato che ci vogliono da due a tre settimane. Alla fine sono diventate cinque settimane. Questo non ha per nulla scoraggiato Mary. Anzi, poiché finalmente era in regola. Quindi per prima cosa ha potuto rimanere più tempo in Perù con la propria famiglia, che non vedeva da cinque anni, cioè da quando era venuta in Italia con un visto turistico. Ecco perché Mary è doppiamente felice.
1 commento:
Das ist doch einmal eine tolle Idee!
Den oberen Artikel betreffend Istrien verstehe ich leider nicht.
LG
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