Le Monde - Comment vivre sans Berlusconi
Come vivere senza Berlusconi?
E’ grazie ad un discreto teologo che si deve una delle più belle pagine dell’estate italiana. Approfittando di una brevissima bonaccia sul fronte delle polemiche italiane, Vito Mancuso, si è posto una seria domanda in una lettera aperta [inviata] al quotidiano “La Repubblica” il 21 agosto: poteva“con la coscienza a posto”, continuare a pubblicare i suoi libri con la Mondadori, dal momento che questa casa editrice, controllata da Mediaset – il ramo delle telecomunicazioni della holding finanziaria che appartiene alla famiglia Berlusconi (Fininvest) -, si è vista concedere una riduzione fiscale dell’ordine di parecchie centinaia di milioni di euro? La sua risposta è no.
Importante è riconoscere che questa presa di posizione, piuttosto rara, e questa denuncia di un ennesimo conflitto d’interessi non ha fatto cadere nessuno dalla poltrona/scranno. Gli scrittori e gli intellettuali sollecitati dalla stampa a reagire, non si sono accapigliati per esprimere la loro solidarietà ad un uomo che ormai rifiuta che il suo lavoro possa, in qualche modo, arricchire Berlusconi.
Al contrario, le riserve, quelle, non sono mancate. Ne’ i sarcasmi. Perché una presa di coscienza così tardiva? gli hanno rimproverato, sospettando che lui abbia orchestrato una campagna pubblicitaria. Perché tanta ingenuità? hanno detto altri, poiché questa battaglia individuale è persa a priori.
Dal 1994, data della presa in carico della Mondadori e della vecchia casa torinese Einaudi da parte della Fininvest (tramite un giudice la cui corruzione è stata accertata in seguito), tutti sanno chi è il proprietario di questa azienda. Ciò non significa pertanto che gli autori pubblicati dalle case editrici del presidente del consiglio non abbiano sentimenti. Roberto Saviano, l’autore del best-seller Gomorra, si è interrogato sulla propria fedeltà alla Mondadori, quando in primavera, Berlusconi aveva accusato gli scrittori che lavorano sulla mafia di “rovinare l’immagine del paese”. Rassicurato da una lettera della presidente della Mondadori, Marina Berlusconi, la figlia del “Cavaliere”, Saviano se l’è messa via.
Fino ad oggi, quattro autori di case editrici controllate dalla Mediaset – tra cui il Premio Nobel della letteratura nel 1998 José Saramago (scomparso in giugno) – si sono visti rifiutare [la pubblicazione di] un libro a causa del contenuto troppo offensivo nei riguardi del maggior azionista. Cioè gli scrittori pubblicati da Mondadori o Einaudi avrebbero abbandonato ogni capacità di indignazione, preferendo scendere a patti con il nemico per assicurarsi delle cospicue vendite.
In verità, si poteva leggere qua e là piuttosto della stanchezza. Stanchezza di fronte ad un dibattito continuamente rilanciato dalla prima apparizione al potere di Silvio Berlusconi. Stanchezza all’idea di affrontare questo problema ricorrente: si può boicottare Berlusconi, vivere senza Berlusconi? Occorre dire che l’impresa non è facile. Se è facile denunciare l’onnipresenza del suo impero nell’economia italiana, è più difficile fare finta di nulla.
Prendiamo il caso di un anti-Berlusconi puro e duro che, per nulla al mondo vorrebbe contribuire al suo arricchimento. Chiamiamolo Signor Rossi. Per la televisione, è abbastanza semplice, il Signor Rossi dovrà evitare i tre canali del “Cavaliere” (Canale Cinque, Italia Uno e Rete Quattro). Il sacrificio non è enorme considerata la mediocrità dei programmi. Tuttavia dovrà usare con parsimonia le emittenti statali: la maggior parte dei suoi dirigenti è stata nominata dal capo del governo.
Al cinema il Signor Rossi non andrà a vedere i film prodotti da Mediaset o distribuiti dalla società Medusa. Per la stampa, eviterà “Il Giornale”, diretto dal fratello di Silvio Berlusconi. Il Signor Rossi farà a meno del settimanale Panorama, così come di una quarantina di riviste. In seguito la cosa si complica. Al Signor Rossi servirà l’attenzione minuziosa di un vegetariano che va a caccia dei grassi animali. La Fininvest infatti possiede partecipazioni in due società italiane, la banca Unicredit e le Assicurazioni Generali, che sono tra i più grandi investitori italiani. A cascata, queste partecipazioni collocano la Fininvest nel cuore dell’economia e dell’industria del paese. Qualche esempio: se il Signor Rossi deve cambiare i pneumatici della sua auto o il proprio materasso, dovrà rivolgersi alla Pirelli. Per un conto bancario eviterà [il gruppo] Intesa San Paolo, di fatto la più grande banca al dettaglio italiana. Se prende l’autostrada, eviterà la tratta Milano Torino.Da tifoso, eviterà le partite del Milan, di cui Berlusconi è proprietario e presidente.
Si capisce così che la vita senza Berlusconi non è cosa facile in Italia. Vito Mancuso, è ben deciso a tentare la fortuna. Venerdì 3 settembre, in un nuovo articolo indirizzato alla Repubblica, ha reiterato la sua sfida all’impero chiedendo agli scrittori della Mondadori e di Einaudi di “liberarsi da questo conflitto d’interessi di cui sono tutti prigionieri”.
Però aggiunge: “So bene che non tutti possono permettersi questa battaglia. Esprimere pubblicamente il proprio disaccordo è un privilegio piuttosto raro. Il vecchio motto – “Primum vivere deinde philosophari” (prima vivere e poi fare filosofia) – vale per tutti e non invito nessuno a fare l’eroe”. Il Signor Rossi ne sa qualcosa.
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