L’Italia e il Vaticano discutono sulle espulsioni
Il Ministro degli interni italiano Maroni difende le espulsioni dei Rom dalla Francia e dall’Italia. Il clero critica aspramente questa [dichiarazione]. Anche il Papa è intervenuto nel dibattito.
A Roma è scontro/si è acceso lo scontro tra il Vaticano e il governo italiano sulla questione dei Rom [provenienti] dalla Romania e Bulgaria. Il Ministro degli interni Roberto Maroni ha dichiarato il 21.08.2010 in un’intervista al quotidiano “Corriere della sera”, che anche i cittadini comunitari possono essere espulsi se non possono dimostrare, che sono in grado di provvedere al proprio sostentamento ed alloggio. [Egli] Affronterà l’argomento in una seduta tra i ministri dell’interno e della giustizia dell’UE a Parigi il 6 settembre.
Il rappresentante politico del partito ostile all’immigrazione Lega Nord, aveva inizialmente elogiato l’espulsione dei Rom dalla Francia verso la Romania, iniziata il 19 agosto 2010. Egli ha messo in rilievo che l’Italia applica da anni questo “sistema di rimpatrio volontario ed assistito”. Dalla fine di agosto la Francia sta pianificando l’espulsione di circa 700 Rom.
Le espulsioni non risolvono il problema
In conseguenza di ciò il direttore della Fondazione Migrantes della CEI, Giancarlo Perego, ha messo in guardia da una discriminazione delle vittime. Il governo non può autonomamente decidere in riferimento ad una politica europea, [questo è quanto ] afferma Perego alla “Radio Vaticana”. Egli ammonisce innanzitutto, che una espulsione indiscriminata dei Rom non è all’altezza dei reali problemi/non risolve il problema vero e proprio.
La Francia ha seguito „la strada dell’Italia”,[io direi il cattivo esempio] che nonostante tutto non ha dimostrato esiti positivi, chiarisce Perego. La politica italiana ha portato ad una forzata chiusura degli accampamenti abusivi e all’espulsione purtroppo [generando] la nascita di nuovi insediamenti abusivi e annullato/reso vana la scolarizzazione dei bambini. Egli denuncia che l’80% dei Rom che vivono nel nostro paese sono in possesso della cittadinanza italiana.
Anche Papa Benedetto XVI si è inserito indirettamente nella discussione. Ha esortato, nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo, un gruppo di pellegrini di lingua francese, ad accogliere benevolmente le persone di tutte le nazioni. Le sacre Scritture sono un “invito a riconoscere le legittime diversità umane, così come Gesù ha riunito gli uomini di tutte le nazioni e di tutte le lingue”. Egli si è rivolto ai genitori invitandoli a “educare i propri figli alla fratellanza universale”.
Il clero francese esorta alla carità verso il prossimo
Già nel 2009 la Francia aveva espulso circa 10.000 Rom verso la Romania e la Bulgaria, nel corso dell’anno il presidente Nicolas Sarkozy ha per la prima volta accusato i Rom [di far parte] della criminalità organizzata e motivato così le espulsioni.
Le Organizzazioni per i diritti umani, i sindacati e l’opposizione francese avevano aspramente criticato le espulsioni. Anche Padre Arthur, eminente religioso cattolico della città di Lille, nel nord della Francia, ha criticato in una lettera aperta la politica del governo. Inoltre ha rifiutato una medaglia al merito, che il ministro degli interni Brice Hortefeux gli aveva conferito.
Questi ha motivato la rinuncia al riconoscimento, poichè „la comunità Rom è soggetta da tre anni ad una guerra”. Di fronte ai giornalisti il 22.08.2010 ha chiarito dopo una messa, che “ prega affinchè Monsieur Sarkozy abbia un infarto”. Tuttavia poco dopo ha spiegato si è pentito della sua affermazione.
Nel sud della Francia l’arcivescovo di Aix-en-Provence e Arles, Christophe Dufour, ha dichiarato come “inaccettabile” che i Rom siano bollati come “pericolo per la sicurezza”. Questo suggerisce, che si tratta “di persone inferiori”. Aggiunge inoltre, che egli stesso è stato testimone oculare di uno sgombro di un campo nomadi illegale, e ha ricordato ai governanti ” di rispettare la dignità umana”. ." Dufour ha insistito sul fatto che si tratta „di cittadini europei”, “che da anni hanno vissuto qui [in Francia] pacificamente”.
Deutsche Welle - Italien und Vatikan streiten um Abschiebungen
Il Ministro degli interni italiano Maroni difende le espulsioni dei Rom dalla Francia e dall’Italia. Il clero critica aspramente questa [dichiarazione]. Anche il Papa è intervenuto nel dibattito.
A Roma è scontro/si è acceso lo scontro tra il Vaticano e il governo italiano sulla questione dei Rom [provenienti] dalla Romania e Bulgaria. Il Ministro degli interni Roberto Maroni ha dichiarato il 21.08.2010 in un’intervista al quotidiano “Corriere della sera”, che anche i cittadini comunitari possono essere espulsi se non possono dimostrare, che sono in grado di provvedere al proprio sostentamento ed alloggio. [Egli] Affronterà l’argomento in una seduta tra i ministri dell’interno e della giustizia dell’UE a Parigi il 6 settembre.
Il rappresentante politico del partito ostile all’immigrazione Lega Nord, aveva inizialmente elogiato l’espulsione dei Rom dalla Francia verso la Romania, iniziata il 19 agosto 2010. Egli ha messo in rilievo che l’Italia applica da anni questo “sistema di rimpatrio volontario ed assistito”. Dalla fine di agosto la Francia sta pianificando l’espulsione di circa 700 Rom.
Le espulsioni non risolvono il problema
In conseguenza di ciò il direttore della Fondazione Migrantes della CEI, Giancarlo Perego, ha messo in guardia da una discriminazione delle vittime. Il governo non può autonomamente decidere in riferimento ad una politica europea, [questo è quanto ] afferma Perego alla “Radio Vaticana”. Egli ammonisce innanzitutto, che una espulsione indiscriminata dei Rom non è all’altezza dei reali problemi/non risolve il problema vero e proprio.
La Francia ha seguito „la strada dell’Italia”,[io direi il cattivo esempio] che nonostante tutto non ha dimostrato esiti positivi, chiarisce Perego. La politica italiana ha portato ad una forzata chiusura degli accampamenti abusivi e all’espulsione purtroppo [generando] la nascita di nuovi insediamenti abusivi e annullato/reso vana la scolarizzazione dei bambini. Egli denuncia che l’80% dei Rom che vivono nel nostro paese sono in possesso della cittadinanza italiana.
Anche Papa Benedetto XVI si è inserito indirettamente nella discussione. Ha esortato, nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo, un gruppo di pellegrini di lingua francese, ad accogliere benevolmente le persone di tutte le nazioni. Le sacre Scritture sono un “invito a riconoscere le legittime diversità umane, così come Gesù ha riunito gli uomini di tutte le nazioni e di tutte le lingue”. Egli si è rivolto ai genitori invitandoli a “educare i propri figli alla fratellanza universale”.
Il clero francese esorta alla carità verso il prossimo
Già nel 2009 la Francia aveva espulso circa 10.000 Rom verso la Romania e la Bulgaria, nel corso dell’anno il presidente Nicolas Sarkozy ha per la prima volta accusato i Rom [di far parte] della criminalità organizzata e motivato così le espulsioni.
Le Organizzazioni per i diritti umani, i sindacati e l’opposizione francese avevano aspramente criticato le espulsioni. Anche Padre Arthur, eminente religioso cattolico della città di Lille, nel nord della Francia, ha criticato in una lettera aperta la politica del governo. Inoltre ha rifiutato una medaglia al merito, che il ministro degli interni Brice Hortefeux gli aveva conferito.
Questi ha motivato la rinuncia al riconoscimento, poichè „la comunità Rom è soggetta da tre anni ad una guerra”. Di fronte ai giornalisti il 22.08.2010 ha chiarito dopo una messa, che “ prega affinchè Monsieur Sarkozy abbia un infarto”. Tuttavia poco dopo ha spiegato si è pentito della sua affermazione.
Nel sud della Francia l’arcivescovo di Aix-en-Provence e Arles, Christophe Dufour, ha dichiarato come “inaccettabile” che i Rom siano bollati come “pericolo per la sicurezza”. Questo suggerisce, che si tratta “di persone inferiori”. Aggiunge inoltre, che egli stesso è stato testimone oculare di uno sgombro di un campo nomadi illegale, e ha ricordato ai governanti ” di rispettare la dignità umana”. ." Dufour ha insistito sul fatto che si tratta „di cittadini europei”, “che da anni hanno vissuto qui [in Francia] pacificamente”.
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