L'Express - Quand la mafia envoie des SMS à la télé
Quando la mafia manda SMS alla televisione per comunicare
Alcuni capimafia in carcere avevano contatti con l’esterno grazie ad una trasmissione che diffondeva SMS dei telespettatori.
La trasmissione « Quelli che il calcio » potrebbe aver interessato persone al di fuori della cerchia degli amanti del calcio. Alcuni capi mafia in prigione e in regime d’isolamento si sarebbero tenuti al corrente delle attività delle loro organizzazioni criminali grazie a dei messaggi inviati al programma che trametteva on line SMS.
I messaggi in codice scorrevano in basso allo schermo, tra gli incoraggiamenti dei telespettatori italiani verso i loro calciatori preferiti. E’ una lettera intercettata, che spingeva un boss in galera a guardare il programma e citava il messaggio (« Va tutto bene. Paolo ») che ha messo la pulce nell’orecchio al magistrato Enzo Macrì.
I presentatori affermano di non averne saputo nulla.
La vigilanza stretta imposta ai mafiosi agli arresti li ha obbligati a utilizzare tutta la loro immaginazione per comunicare con l’esterno. Così, i bambini spesso fanno da messaggeri/postini. La mafia calabrese ‘Ndrangheta aveva inoltre acquistato una radio privata per trasmettere canzoni con messaggi in codice.
Un senatore italiano, Carlo Vizzini ha chiesto che la giustizia faccia luce sull’autorizzazione ai prigionieri ad assistere alla trasmissione « Quelli che il Calcio » : « Non capisco come mai dei prigionieri sottoposti a particolari condizioni di sorveglianza possano guardare trasmissioni in cui può partecipare il pubblico ». I responsabili del programma hanno dichiarato di essere totalmente estranei alla faccenda.
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