12 luglio 2010

Vizi, inganni e bugie di un sultano italiano. Vicios, tretas y mentiras de un sultán italiano

Vizi, inganni e bugie di un sultano italiano


Autore di articoli quasi profetici, nei quali descrive il geverno Berlusconi come un sultanato moderno, il prestigioso intellettuale Giovanni Sartori definisce il premier italiano come un leader che "fa quello che vuole, ottiene ciò di cui ha bisogno e non distingue tra pubblico e privato".

Giovanni Sartori (Firenze, 1924) è uno dei pochi intellettuali italiani che si pronunciano riguardo alla marea di rivelazioni di festini con sesso e droga che circondano il primo ministro, Silvio Berlusconi. Sartori ha pubblicato due mesi fa un libro dal titolo profetico, Il sultanato, che raccoglie i suoi articoli scritti per il quotidiano Il Corriere della Sera. Lo scettico Sartori esclude che gli scandali possano avere un costo politico per il sultano. "Se si dimette, lo processano, quindi non può cadere. Il partito ci guadagna, la Chiesa anche. E gli italiani non sanno quello che succede, perchè guardano solo la televisione", afferma.

- L'idea del libro è che l'Italia di Berlusconi non è una dittatura nè una democrazia, ma un sultanato.

- Ho deciso il titolo prima che uscissero le notizie sulle feste e sulle veline ed è stata una buona scelta, anche se alcuni sultani erano più violenti di Berlusconi. Avevano squadre di nani acrobati che assassinavano i loro nemici. In ogni caso, è un regime di corte, un harem.

- E in cosa assomiglia a una dittatura?

- Berlusconi non è un dittatore del ventesimo secolo perchè non ha cambiato la Costituzione, anche se ha cercato di svuotarla di contenuti dall'interno, per togliere potere al Parlamento. Ma gli italiani che lo votano dicono: "Siamo contentissimi del nostro dittatore". Lo definisce l'idea della corte: fa quello che vuole, ottiene quello di cui ha bisogno, non distingue tra pubblico e privato, il piacere del potere lo gratifica. È a metà strada tra un dittatore e uno che non lo è. È il padrone all'antica, il proprietario della tenuta.

- L'hanno sorpreso gli usi dell'harem?

- No, il sultano fa quello che vuole e quello che gli piace. Sapevamo che gli sono sempre piaciute le ragazze. È parte del personaggio: il lusso, le grandi feste, le minorenni. Non ci sono ancora prove di questo, ma è assolutamente verosimile, quadra col personaggio.

- Veronica Lario ha parlato di "vergini offerte al drago".

- È sua moglie, quindi è logico pensare che sia al corrente. Da allora non parla. Lui ha molti - e molto forti - meccanismi di pressione. Il primo sono i figli. Se Veronica parla un'altra volta, li può diseredare.

- Crede che questa sarà la fine di Berlusconi?

- Adesso sarà più cauto e starà più attento. Continua ad avere l'appoggio popolare e a vincere le elezioni. Dice: "Sono così, e agli italiani piace come sono, non cambierò". Per proteggersi approverà la legge che limita le intercettazioni giudiziarie, fatto gravissimo perchè danneggia l'attività politica contro la mafia, ma a lui questi danni collaterali non sono mai importati.

- Ma la sensazione è che il fango abbia solo cominciato a venire fuori.

- Usciranno foto e prove di ogni tipo, ma dirà che sono fotomontaggi, calunnie.

- Il suo partito non gli crederà.

- Il Popolo delle Libertà è una massa clientelista più fedele della Democrazia Cristiana (DC). Tutti vivono di lui, papi dà loro la pappa. (Il PdL) Non si romperà così facilmente come la DC, hanno più privilegi e più potere locale, le regioni sono uno scandalo assoluto. È una rete feroce e vorace che conquista sempre più potere, un'organismo para-statale che ha tutto l'interesse a rimanere unito. Tutti salgono sul carro del vincitore e lui lascia fare. La sola cosa che gli importa è mantenere intatto il suo patrimonio, il resto è un gran mangia-mangia.

- E Fini?

- Fini è in pensione. Con la fusione dei partiti, Berlusconi ha promosso i colonnelli, li ha fatti ministri. Non ha potere nemmeno sui suoi. È freddo e compassato a parole, ma la sua carriera politica è costellata di errori e stupidaggini. Se arrivasse al potere, mi fiderei di lui meno che del mio gatto.

- Ma l'immagine internazionale del paese peggiora sempre di più.

- Nel '94 gli si sollevarono contro, nessuno credeva che sarebbe durato, e si sono abituati a lui. Non credo che ci sia nemmeno la minima pressione internazionale. Lui dice che tutto è un complotto dei nostri comunisti, Murdoch, e El País , e con questa favola tira dritto. È molto furbo, molto scaltro. Fa visita a Obama e si mette al primo posto nella lista degli amici. Manda più soldati in Afghanistan, accoglie tre prigionieri di Guantanamo, e Obama non gli può dire niente.

- Ma non sembra nemmeno possibile che si dimetta: perderebbe l'immunità

- Se si dimette, lo processano. Prima di dimettersi, si farà garantire l'immunità come Pinochet. Guardi il suo sorriso: è genuino, autentico. Non mente. Traspare: "Io vi do la pappa. Degli scandali, il paese non sa niente di niente. La televisione non informa, e l'80% degli italiani si informano attraverso la televisione". Controlla sei reti, e la settima ha paura. È impossibile che gli spediscano il conto (delle sue malefatte). Non c'è speranza.

- La Chiesa non può farlo cadere?

- Sta molto attenta, ma lui la lascia comandare sempre di più. Non ci sono relazioni Chiesa-Stato, sono (relazioni) tra due poteri... È corrotta come tutti gli altri. Per questo tace e avalla. È proprio questo, la Chiesa.

(traduzione di Marta Rigon)

http://www.lanacion.com.ar/nota.asp?nota_id=1146928

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