di François de Bernard
Pubblicato in Francia su Libération il 10 febbraio 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli per ItaliaDallEstero
Il regista Jean Luc Godard |
Per capire quello che sta per succedere all’Europa e ad una società allo sbando bisogna vedere – o in caso rivedere – questa opera fondamentale.
Che cosa rappresenta la Concordia? L’Europa disorientata e il capitalismo globalizzato che affondano!
Chi è in realtà questo capitano irresponsabile? Sono Sarkozy, Berlusconi, Cameron, Orbàn e quelli come loro… Chi rappresentano questi passeggeri ingordi, avidi di sole, mare azzurro, cibi di lusso, sesso mordi e fuggi, spettacoli e videocamere di sorveglianza, in poche parole di “turismo”? Noi stessi, abitanti pavloviani del transatlantico mondiale che festeggiano un’ultima crociera.
E’ vero, “cose così” succedono, come ricorda una didascalia del film ripetuta in tutte le sequenze video!
La crociera della Concordia filmata dal pittore Godard e il naufragio sugli scogli, con la profonda ferita nello scafo di questa meraviglia, due o tre anni dopo, creano una (troppo?) bella metafora del naufragio della nave Europa, del suo “modello economico” politico e sociale, di tutte le illusioni che l’hanno accompagnato… “Quo vadis Europa?” ci viene chiesto con un’altra didascalia.
Senza dubbio [il film, N.d.T.] è tutto questo, ma c’è molto di più! Il drammaturgo Godard, il Sofocle del ventunesimo secolo, non si accontenta e non si è mai accontentato in più di cinquant’anni di fornire delle chiavi che permettano di aprire le serrature della città contemporanea. Godard, al contrario, solleva il problema, e senza limitazioni, poiché pone delle domande che nell’orizzonte politico e mediatico che conosciamo non trovano risposta né possono averla, e formula risposte che non corrispondono a nessuna delle domande poste.
Attaccherò anche il sole se un giorno mi dovesse attaccare. |
Perchè questo film non solo parla di tutte le questioni più scottanti nel mondo di oggi – la guerra, la politica, il lavoro, il debito, la povertà, il digitale, la creazione, l’amore, la morte, lo Stato, la giustizia – ma ne parla in un modo che “centrifuga le idee”. Un modo ammaliante e magnfico che fa nascere in noi la certezza che il dibattito politico odierno (in Europa e in Francia), il suo riproporsi senza sosta, il suo scoraggiante essere trito e ritrito, non colgono l’essenziale!
Perchè c'è la luce? Perchè c'è l'oscurità |
Un essenziale che è inutile voler riassumere, ma che si può riconoscere nei seguenti estratti: “Siamo un Paese cosiddetto sviluppato che, nel 2010, riserva il destino peggiore ai più deboli”, “Volete più potere? Nessun potere: una società, non uno Stato”, “Avere vent’anni, conservare una speranza, avere ragione quando il vostro governo ha torto, imparare a vedere prima di imparare a leggere, il massimo no?”, “Quando la legge non è giusta, la giustizia scavalca la legge”, “Quello che è cambiato è che gli stronzi credono sinceramente all’Europa”, “Io non voglio morire senza aver visto l’Europa di nuovo felice”.
Perchè il Titanic ha colpito così tanto le coscienze cento anni fa? Non a causa delle perdite umane, per quanto siano state importanti, ma per la forza simbolica eccezionale di cui fu investito. Perché incarnava tutte le illusioni di un’epoca che si credeva al riparo dal disastro.
E perchè [le ha colpite, N.d.T.] così a lungo? Perchè il suo naufragio ne ha preconizzato un altro senza pari, che non ha tardato a fargli seguito.
Quello che oggi è diverso, è che i mascalzoni sono sinceri |
Perchè quindi la Concordia colpisce allo stesso modo le coscienze stupefatte? Perchè è due volte più grande del Titanic, perchè il suo naufragio è sembrato inverosimile, ma soprattutto perchè “il dramma” è sembrato troppo comprensibile, annunciato, prevedibile! Perchè diventa ogni giorno più chiaro che esistevano già tutti gli elementi della catastrofe (da tempo, forse dal varo) tanto da renderla ineluttabile. Infine, perchè quella catastrofe ci parla di altre catastrofi che si succederanno, assolutamente prevedibili.
In conclusione, perchè rifare la crociera mediterranea della Concordia in compagnia di Godard? Non spinti dall’attrazione di un soffice voyerismo che mira a fare l’inventario dei segni precursori del naufragio della grande nave (il “Non c’è da meravigliarsi se è successo”), ma per avvantaggiarsi, grazie al lavoro poetico della memoria e dell’immaginario, sulla prossima più grande sorpresa che spunterà all’orizzonte. Come suggerisce il film: “Riflettete bene su ciò per cui vi battete, perché potreste davvero ottenerlo!”
Sulla nave Costa Concordia |
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