La rete di Berlusconi regge ancora
di Jörg Bremer
Pubblicato su Frankfurter Allgemeine il 12/01/2012
Tradottoda Claudia MARRUCCELLI per Italia Dall'Estero
In Italia un parlamentare è sospettato di essere il “referente politico nazionale” della mafia. La vicenda del politico del PdL rivela che Berlusconi può ancora contare sui suoi.
Silvio Berlusconi e Nicola Cosentino |
Già nel 2009 Cosentino era sfuggito all’arresto grazie all’appoggio dei suoi amici di partito. In effetti, più che un aiuto a Cosentino, si è trattato di una dimostrazione di solidità, a quanto pare riuscita, della vecchia maggioranza di Berlusconi rispetto al governo provvisorio del nuovo presidente del Consiglio Mario Monti.
E’ all’interno della Lega, in particolare che si sono avute aspre discussioni: inizialmente il capo del partito era riuscito a fatica ad acconsentire all’arresto di Cosentino. All’interno della commissione camerale dei deputati avevano votato anche due rappresentanti della Lega esprimendo con un solo voto di scarto il verdetto per la carcerazione di Cosentino e rendendo quindi necessaria la votazione del Plenum.
In conseguenza di ciò Berlusconi si era impegnato a favore di Cosentino, che era coordinatore regionale del suo partito, in colloqui riservati con i deputati della Lega e in un incontro privato con Umberto Bossi. Mercoledì sera Bossi aveva dichiarato che i deputati avevano libertà di scelta, non avendo lui stesso trovato, negli atti messi a disposizione dalla procura, prove di colpevolezza a carico di Cosentino
Cosentino e Papa in parlamento il giorno della "vittoria" |
In Italia la carcerazione preventiva è prevista solo in caso di pericolo di fuga, di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove. In una vicenda analoga dello scorso luglio, la Camera dei deputati si era espressa a favore dell’arresto di Alfonso Papa, deputato del PdL accusato di “attività illecite” svolte in un’associazione illegale. Immediatamente dopo la votazione, Papa era stato posto agli arresti. Attualmente è ritornato in libertà, in quanto la detenzione preventiva poteva durare nel suo caso solo cinque mesi, dato che la pena prevista per il suo reato non può superare i due anni di detenzione. Naturalmente il processo è ancora in corso. Giovedì i napoletani Papa e Cosentino si sono abbracciati in aula entrambi affermando la loro innocenza, e dichiarandosi, vittime come Berlusconi, di una procura che perseguita in particolare il PdL.
Questo però segna un cambiamento. L’ex capo di governo sicuramente ha tentato di proteggere la sua rete, di cui chiaramente Cosentino è una maglia. Forse il 75enne Berlusconi ha intenzione di ritornare al potere, anche se lo smentisce. Tuttavia il suo successore alla testa del PdL, l’ex ministro della giustizia Angelino Alfano, vuole un altro partito: nelle consultazioni comunali e regionali del PdL si stanno eleggendo nuovi rappresentanti locali non più sostenuti dall’appoggio del carismatico Berlusconi. Lo stesso Alfano vuole distruggere il potere e la rete creata da Berlusconi.
Anche la Lega Nord, da anni legata al PdL grazie all’amicizia tra Bossi e Berlusconi, si trova in un cambio generazionale. I giovani rappresentanti politici vogliono mandare in pensione il carismatico Bossi, classe 1941. Prima della votazione di giovedì avevano eletto come loro portavoce l’ex ministro degli Interni Roberto Maroni ed espresso la loro intenzione di revocare l’immunità a Cosentino. D’accordo con il pratico Maroni, si dichiarano il presidente del Veneto Luca Zaia e il sindaco di Verona Franco Tosi, che vuole essere rieletto in primavera, e chiedono una Lega finalmente libera dai legami di amicizia con Berlusconi. Anche se giovedì non sono riusciti a far valere le loro posizioni, bisognerà fare i conti con questo gruppo.
E c’è di più: la Lega Nord è l’unica vera forza di opposizione al governo Monti. In occasione di un raduno di partito tenutosi a Milano, i fedelissimi di Bossi e l’ex ministro per le Semplificazioni legislative, Roberto Calderoli, hanno festeggiato “la nuova linea politica che finalmente libererà il nord dal ricatto del sud e da Roma”. Al contrario i leghisti più pragmatici, che hanno la responsabilità della politica a livello locale e regionale, vedono nella politica economica e finanziaria di Monti alcune soluzioni per le loro amministrazioni e si dicono disponibili ad una collaborazione funzionale tra Roma e le Regioni.
Malinocnico nominato dal governo Monti |
Il terzo polo, il centro parlamentare del governo, e il Partito Democratico, volevano a priori la revoca dell’immunità di Cosentino. Su questo argomento al contrario Monti tace. In questi giorni ha già avuto a che fare con personaggi sospettati di corruzione: il segretario di stato Carlo Malinconico dopo la scoperta di presunti fine settimana in un albergo a cinque stella a Porto Ercole in Toscana a lui regalati, si è dovuto dimettere. L’imprenditore Francesco Piscicelli nel 2007 e nel 2008 aveva pagato i conti di Malinconico per un totale di 9800 euro. Piscicelli sospettato di corruzione negli appalti per il G8 all’Aquila nell’estate del 2009, nega le accuse. Malinconico si è dimesso dichiarando di averlo fatto per non danneggiare la credibilità del governo.
Riguardo a Nicola Cosentino, lo stesso ha dichiarato di essere nato nel luogo sbagliato. Casal di Principe in Campania è il cuore della Camorra. Cosentino è imparentato dalla nascita con un capo del clan dei Casalesi, lo zio Giuseppe Russo. Un fratello di Nicola Cosentino, si dice sia sposato con Mirella Russo, sorella del boss Domenico Russo, e un altro con una sorella del boss Costantino Diana. Già nel 2008 Cosentino socio di un’azienda per lo smaltimento di rifiuti, è stato accusato di aver preso tangenti per traffico e trattamento illegale di rifiuti tossici. Adesso non più considerato il coordinatore del Pdl a Napoli, bensì il “referente politico nazionale” della mafia al governo. Roberto Saviano, che nel suo libro Gomorra parla di questa mafia, in occasione dell’arresto di Michele Zagaria, capo del clan dei Casalesi, nel mese di dicembre, aveva dichiarato che la vicenda Cosentino avrebbe dato i suoi risultati: “Dopo la caduta del governo Berlusconi a novembre e il declino del potere di Cosentino a lui legato, qualcuno ha cominciato a collaborare con la procura”.
Arresto di Michele Zagaria, boss del clan dei Casalesi |
Nessun commento:
Posta un commento