13 gennaio 2012

Bamboline senza cervello sulle tivù italiane

La tivù italiana ne ha le scatole piene delle bamboline


di Lucie Geffroy
Pubblicato in: Francia il 24 novembre 2011 su Télérama
Traduzione di Claudia Marruccelli per ItaliaDallEstero

Icone della televisione misogina di Berlusconi, le veline sono sempre più mal viste e, ora che il Cavaliere è stato spodestato, potrebbero sparire per sempre.

Milano 2
Dall’esterno l’edificio assomiglia alle tipiche case popolari italiane, sei piani, una lunga fila di porticati, pavimento finto marmo e pareti color ocra. La costruzione, di proprietà del gruppo Mediaset, l’impero mediatico creato da Silvio Berlusconi (quando era imprenditore), si trova a Milano 2, enorme complesso residenziale costruito negli anni 70 da … Silvio Berlusconi (quando faceva il costruttore). All’esterno tutto fa pensare ad una città moderna: spazi verdi, bar all’aperto, laghetto artificiale con due cigni tristi.

Nel Palazzo dei Cigni, “Striscia la notizia”, la trasmissione più vista d’Italia, riprende il 26 settembre : si tratta di una specie di mini telegiornale esagerato con battute stupide e risate registrate, che va in onda alle 20.35 su Canale 5, ed è alla sua 23a edizione – record di durata. Nel seminterrati, la brunetta Federica e la bionda Costanza, entrambe ventunenni e presenti nel programma da quattro anni, si apprestano a ripassare il loro stacchetto, una coreografia di una trentina di secondi che ballano all’inizio della trasmissione. “L’abbiamo fatto molte volte e lo sappiamo a memoria, non c’è motivo di essere preoccupate” ammette Federica senza smettere di guardarsi allo specchio. In scena, l’assistente di studio si dà da fare : “Quando entrano le veline, battete le mani più forte che potete, chiaro ? Mi fido di voi !”

Le Veline di Striscia la Notizia (Canale 5)
Le veline? Corpo da Barbie, tacco 15, sorriso stampato sulle labbra, minigonna di paillettes, la velina sta alla tivù commerciale come la mozzarella sta alla gastronomia italiana : senza concorrente alcuno. La più famosa, Elisabetta Canalis (velina dal 1999 al 2002) ha sposato [sic] un calciatore – cosa che fanno molte veline – prima di diventare famosa nel mondo come la compagna dell’oggi ex, George Clooney. Umberto Eco nel suo ultimo saggio, ricorda che l’origine etimologica del termine veline risale a “velino”, foglio di carta sottile su cui venivano stampati i dispacci che il Ministero della Cultura Popolare dell’epoca fascista inviava alle redazioni per diffondere le notizie. Quando Antonio Ricci crea nel 1988 Striscia la notizia, riprende il vocabolo e lo affibbia ironicamente alle assistenti, che si limitavano a portare i fogli con le notizie ai presentatori. Siamo alla fine degli anni 80, Striscia ricorda vagamente “Cocoricocoboy”, [trasmissione ideata da Stéphane Collari che andava in onda in Francia su TF1, N.d.T.]

Ricchezza e gloria

Coco Girls
Il destino delle veline sarà più glorioso di quello delle Coco Girls … Senza perdere il loro ruolo decorativo, sono diventate sempre più presentabili, ovvero meno volgari: le ragazze italiane possono così identificarsi più facilmente in loro. A forza di ritmare con il loro stacchetto la digestione di milioni di italiani, hanno acquisito una grande popolarità. Nel 2002, ad Antonio Riccci viene l’idea di proporre in giro per l’Italia un concorso estivo per trovare per la stagione successiva una velina bruna e una bionda. Ad ogni puntata, si presentano al casting circa 10 000 ragazze e la trasmissione “Veline” diventa presto la più seguita dell’estate. E’ così che le due bamboline di “Striscia la notizia” sono diventate l’incarnazione della “celebrazione dell’apparenza, della visibilità, o meglio, della fama raggiunta attraverso la pura visibilità”, così scrive Umberto Eco in “Costruire il nemico”.
Il termine “velina”, che è presente nella maggior parte dei dizionari italiani, oggi va oltre lo spazio della trasmissione di Canale 5 : “Il vocabolo viene utilizzato con accezione dispregiativa per riferirsi a tutte quelle ragazze che accettano di recitare in televisione un ruolo passivo allo scopo di diventare rapidamente ricche e famose” spiega Elisabetta Ruspini, sociologa ed autrice di “TV a nudo” (ed. Carocci, 2010).

Corpo femminile in Vendita
Il 22 novembre 2010 su Rai 3, nella trasmissione “Vieni via con me” condotta da Fabio Fazio e dallo scrittore Roberto Saviano, autore di Gomorra, l’attrice Laura Morante legge ad alta voce una lista inviata da una giovane milanese di 22 anni delle “dieci cose che le donne non dovrebbero più tollerare”. Tra le altre si legge : “vedersi costantemente rappresentate come delle veline o delle escort”. E’ una delle numerose voci che si sono fatte sentire in questi ultimi mesi contro questo fenomeno : “Stiamo osservando un cambiamento di mentalità, una presa di coscienza” dice Loredana Lipperini, scrittrice e presentatrice televisiva. “La grande manifestazione per la dignità delle donne del 13 febbraio 2011, scatenata dagli scandali sessuali che hanno coinvolto Berlusconi e delle ragazze, il nascere su Facebook di gruppi anti-veline e di blog che accusano di sessismo i media … tutto questo rivela una specie di malessere generalizzato. Un’esasperazione dell’immagine negativa delle donne diffusa in televisione”.

Il documentario “Il corpo delle donne”, trasmesso su Internet dalla primavera del 2009, è a tal proposito abbastanza chiaro. Quattro milioni di internauti lo hanno già visto. Esso raccoglie in venti minuti estratti di trasmissioni e varietà di alcuni canali privati (quelli di Berlusconi) e pubblici (la Rai) in cui il corpo femminile viene messo in mostra in maniera umiliante. Un piccolo esempio : in “Scherzi a parte” una ragazza è appesa ad un gancio come un pezzo di carne in mezzo a dei grossi prosciutti, in “Libero” una soubrette è collocata sotto un tavolo di vetro trasparente e il presentatore le dice “Non hai cervello”. “Ho voluto far vedere a che punto nella televisione italiana la donna serve a soddisfare i sogni maschili, come viene spesso ridotta o a volte ci riesce da sé, a fare solo la bella presenza, per cui non è richiesta alcuna competenza” così commenta Lorella Zanardo, ideatrice del video.

Gad Lerner, conduttore de “L’Infedele”, talk show de La7, è stato uno dei primi a trasmettere alcuni brani de “Il corpo delle donne” (il documentario non è mai stato trasmesso integralmente in televisione). In questi ultimi mesi, ha dedicato una buona parte delle sue puntate all’immagine della donna in Italia. Secondo lui, Antonio Ricci, “ideologo del berlusconismo e probabilmente l’uomo più potente di Mediaset”, è uno dei principali responsabili di questa anomalia italiana. “Inventando le veline, ha imposto una versione televisiva dell’Italia misogina e guardona, in cui la donna appare volutamente stupida e sottomessa per la gioia dei potenti e delle masse. Questa immagine trash e volgare esiste anche in altri paesi europei, ma da noi la questione è che questo è l’unico modello proposto.”

Fazio e Saviano in Vieni via con me
Di fronte alla pioggia di critiche che sono piovute su “Striscia”, Antonio Ricci ha risposto commentando “Non sono l’unico”. In un documentario che ha realizzato all’inizio dell’anno e che ha intitolato “Il corpo delle donne 2”, ha riassunto alcune pubblicità sessiste pubblicate sulla “stampa progressista” (L’Espresso e La Repubblica) asserendo così che le veline sono nate alla fine degli anni ‘80 come parodie delle “donne oggetto che apparivano sulle copertine delle riviste d’informazione”. Dal quinto ed ultimo piano del palazzo dei Cigni il produttore della trasmissione continua la sua difesa “Sono diventato l’incarnazione del diavolo, quello che ha portato la volgarità in televisione. Ma io ho solo dato un nome alle veline, che, vi ricordo, fanno solo una breve apparizione di pochi minuti nella trasmissione. Quelli che ce l’hanno con noi sono solo dei mistificatori e dei moralisti che non hanno capito che l’immagine delle veline vuole essere solo trasgressiva e ironica”. Per Giovanna Cosenza, docente di semiotica dei media a Bologna “alla fine degli anni ‘80, nell’Italia bigotta, mostrare in video seni e sederi poteva assumere una funzione liberatoria … Oggi la cosa appare retrograda e involutiva”. Per quanto riguarda l’aspetto ironico ho qualche dubbio che milioni di telespettatori lo considerino tale.

Elisabetta Canalis e George Clooney
Altro segno di fine regno per le veline: per la prima volta da quando è stata creata, la trasmissione estiva “Le veline” non è partita. “Canale 5 non se lo poteva permettere, ci sarebbero state manifestazioni di protesta un po’ dappertutto in Italia, la gente avrebbe ripreso a parlare delle ragazze che sfilano a casa di Berlusconi e questo avrebbe danneggiato la popolarità del Presidente del Consiglio”, secondo Gad Lerner. Certo è facile e riduttivo mettere nello stesso mucchio le escort e le veline, ma non si può non constatare che la ripresa di questo modello televisivo corrisponde cronologicamente al declino del Cavaliere, sempre più criticato a causa degli scandali sessuali, fino alla sua caduta l’8 novembre. La politologa Sofia Ventura, che fu una delle prime ad evidenziare i rapporti incestuosi tra politica e mondo dello spettacolo, non ci trova nulla di eclatante. Nell’aprile del 2009 pubblicò un clamoroso j’accuse rimproverando al Presidente del Consiglio di fare del “velismo politico”, cioè di imporre la candidatura di ex soubrettine della televisione nelle liste elettorali del PdL. Le veline di “Striscia” forse sono meno volgari di altre soubrette del piccolo schermo, che vengono messe in mostra in maniera quasi pornografica. Ma a causa della loro popolarità, hanno finito per “incarnare il sintomo di un problema culturale e sociale molto più ampio”, commenta Loredana Lipperini. Secondo il rapporto 2010 del WEF sulle disuguaglianze tra uomo e donna, l’Italia occupa il 74° posto (dietro al Kazakistan, al Ghana e all’Ucraina). Stereotipo all’interno di uno stereotipo, la velina non è nient’altro che una bambolina che nasconde la fabbrica che le produce…
Rapporto WEF sulle disparità tra uomo e donna nel mondo.
L'Italia è al 74° posto

Nessun commento: