25 maggio 2011

„La mamma“ governa il mondo dei maschi

Die Presse: »La mamma« regiert die Männerwelt
di  Kordula Dörfler (Die Presse)
Pubblicato in Austria il 07.05.2011
La prima ragazza di Lothar:
"E allora figlilo, come si chiama la signora?"
"Vanessa 0190 - 696969"
Traduzione di Claudia Marruccelli

E’ onnipresente, vita natural durante. Per gli uomini italiani nulla è più importante della mamma.

È sempre presente, vita natural durante. La chiamano dal treno, che sta lasciando la stazione. “Sto partendo” uomini d’affari vestiti alla moda così sussurrano al telefonino, “A stasera!”, “Ciao, cosa c’è per cena, tra un ora sono là”, bisbigliano affettuosi, mentre rientrano da una giornata di lavoro. In fondo solo lei sa fare il sugo per la pasta, e la moglie può anche provare tutta la vita, tentando ogni tipo di astuzia, a svelare il segreto della ricetta. Non ci riuscirà mai.

E mai riuscirà neanche approssimativamente a diventare come lei: la mamma. Nella vita degli uomini italiani lei occupa indiscutibilmente il primo posto. La mamma è mito e modello, nato con Romolo e Remo. La mamma riempie biblioteche e pagine di studi di sociologia, estendendosi nella letteratura e nel cinema: si pensi solo alla entrata in scena della mamma di Enzo mentre cuoce la pasta, nel film di Luc Besson “ Le Grand Bleu”. L’industrializzazione, la laicizzazione, la democrazia e il movimento femminista hanno profondamente cambiato la vita della donna in Italia, la mamma è rimasta [immutata]. Fino ad oggi l’Italia è uno dei paesi, dove soprattutto i figli maschi vanno via di casa controvoglia, anche se spesso sussistono validi motivi di ordine economico.

Il mito è ancora vivo. Apparentemente la mamma non può più rappresentare lo stereotipo della casalinga con grembiule, grassottella, testarda e senza età. Certo anche le più eleganti donne di città sfuggono raramente al loro ruolo, che siano emancipate o meno. Gli uomini sono merce rara nei parchi gioco, fare la spesa, cucinare, pulire, badare ai bambini, questo resta territorio assoluto della mamma, che lo voglia o meno. Nessun uomo, per quanto possa essere emancipato, dà una mano alle italiane che lavorano fuori casa nelle mille faccende domestiche, porta fuori solo la spazzatura. Per quanto riguarda l’educazione dei figli, l’Italia è una paese in via di sviluppo. Non bisogna stupirsi, se la maggior parte delle donne restano a casa dopo il secondo figlio – nel caso in cui ne abbiano uno: in nessun paese c’è un tasso della natalità così basso come in Italia.

Ma il mito sopravvive. Anche le mamme moderne si preoccupano che il propri bambini crescendo possano diventare dei tiranni viziati, che usufruiscono volentieri del servizio gratuito delle pensioni materne. Lasciano la casa paterna dopo i 30 anni, spesso solo, per approdare poi nel porto sicuro del matrimonio, ma nelle immediate vicinanze geografiche, a quella persona, che resta l’ombelico del mondo.

La moglie nel frattempo si trasforma da fidanzata a „mamma dei miei figli“. E questo resta, nel migliore dei casi, per tutta la vita.

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