Le Monde: Silvio Berlusconi, l’homme qui rit
L’Italia si inventa una strana democrazia per parafrasare Tocqueville, la tirannia dell’umorismo. Governare vuol dire fare il buffone. Da quando è al governo, Silvio Berlusconi ha fatto dell’umorismo una virtù politica. Nella penisola così come all’estero, le sue apparizioni sono costellate dalle sue barzellette. Accolte con scetticismo negli ambiti internazionali, raccolgono un certo successo tra i suoi simpatizzanti e ormai concludono tutti i raduni degli iscritti. Silvio Berlusconi si è vantato di collezionare barzellette e donne, al ritmo di una al giorno.
Programmate e spesso ripetute con qualche variante, le barzellette di Berlusconi sono tutto tranne che innocue, senza nessun limite alla decenza. L’anticomunismo, un’ossessione, ma anche il razzismo : chi non si ricorda la battuta su Obama « giovane bello ed abbronzato ». O ancora il sessismo : non si contano più le sue battute maschiliste, l’ultima in ordine di tempo ha preso di mira l’aspetto fisico di una sua avversaria politica. Senza tralasciare l’antisemitismo : il 29 settembre, rivolgendosi a dei simpatizzanti, ricicla una barzelletta già raccontata un anno fa e passata inosservata :
« Un ebreo racconta ad un parente questa storia :
- All’epoca dei campi di concentramento, uno dei nostri venne a trovarmi per nascondersi. Noi l’abbiamo accolto in cambio di una retta/un vitalizio.
Ah ! Quanto ?
- 3000 euro
- Al mese ?
- No al giorno. Sai siamo ebrei e poi era ricco e poteva pagare … Dimmi, credi che sia il caso di dirgli che la guerra è finita ? »
Libero da ogni forma di correttezza politica, l’umorismo di Berlusconi fa propria anche la storia.. Non si contano più le facezie di ispirazione revisionista sul tema del fascismo, su Mussolini – « che non ha mai ucciso nessuno » - o Hitler. Acclamato dai giovani nazisti, Hitler accetta di ritornare al potere ad una condizione : « Questa volta farò il cattivo ». E Berlusconi aggiunge : « Sarò criticatissimo per questo ! »
Le barzellette di Berlusconi non si possono discutere. Chi si indigna e le critica è tacciato di pessimismo, e [secondo lui] la riprova è che l’opposizione è priva di humor. Ride di tutto, compreso se stesso, e così impedisce agli avversari il classico contropotere/contrattacco in democrazia. Mettendosi a capo di un popolo di burloni, rivendica una nuova identità per l’Italia. A differenza di Mussolini, ossessionato dal timore che gli Italiani fossero considerati un popolo di allegri suonatori di mandolino, Berlusconi pretende di essere il modello di una società fondata sullo spettacolo e il divertimento, in cui tutto finisce a tarallucci e vino. In tal modo, il comico, dissacra certi valori di base dell’Italia repubblicana, imbroglia le carte, bara, e può dichiarare, tra una barzelletta e l’altra, che la magistratura è « una banda di malfattori ».
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