23 settembre 2010

Il Megafono di Berlusconi - Das Megafon Berlusconis

 Il megafono di Berlusconi
Tages Anzeiger - Das Megafon Berlusconis

Augusto Minzolini dirige il principale telegiornale in Italia. Svolge il suo ruolo come se fosse l’araldo/l’inviato/il cronista di corte di Silvio Berlusconi. Un tempo era un giornalista temuto dai governanti.

Sono [passati] solo dieci giorni, e il nuovo telegiornale di Enrico Mentana della piccola rete privata italiana La7 già raccoglie il 10% della quota di mercato. Quasi 2 milioni di italiani accendono la sera la TV per guardare il canale di Telecom Italia, che si sta imponendo come terzo polo [televisivo] accanto alla Rai nazionale e alla Mediaset di Berlusconi. Mentana aveva condotto con successo il Tg della sera su Canale 5 caduto in disgrazia ora festeggia il suo rientro [sugli schermi]. L’enorme successo, secondo il critico televisivo Aldo Grasso, deriva dalla scarsità di argomenti delle principali emittenti, che danno informazione di scarsa qualità. Mentana appare come elemento politico neutrale. E’ stato il primo, ad intervistare Gianfranco Fini dopo la sua scissione da Berlusconi – [intervista durata] oltre 10 minuti e con uno share da sogno/ altissimo.

A giudicare dall’arredamento, l’ufficio di Minzolini emana quella certa eleganza ingrigita, che di solito ci si aspetta dallo studio del caporedattore del più importante telegiornale italiano, il TG1 .

Sullo scaffale alle spalle sono addossati vecchi libri, dono di alcuni lettori. La scrivania è di legno massiccio. Il “direttore” parlando rigira senza posa da una mano all’altra una costosa penna, come se questo potesse favorire la concentrazione. Così Augusto Minzolini, 51 anni, famoso ed agguerrito giornalista romano, si presenta al suo pubblico di circa 5 milioni di spettatori, ogni giorno alle venti, per commentare la politica interna dal suo punto di vista. Il suo ufficio è anche il suo studio.

Perdere telespettatori

Pare che, dopo ognuno di questi quotidiani interventi, la sede di Rai Uno sia travolta da una valanga di lettere di protesta e telefonate di insulti: Lo chiamano “servo del potere” oppure anche “megafono di Silvio Berlusconi”. Il TG1, una volta [considerato] una specie di appuntamento fisso serale la cui sigla era ormai diventata familiare, ha perso già centinaia di telespettatori a causa di Minzolini. La conduttrice Maria Luisa Busi ha lasciato la redazione a seguito di un diverbio [con la direzione].

E’ proprio evidente che Minzolini è al servizio del governo e basa le sue scelte su criteri di politica opportunità. Il notiziario della sera di Rai 1 è sempre stato vicino al governo. Adesso il telegiornale del canale televisivo da sempre più seguito in Italia, sembra assumere un carattere cortigiano, diciamo come se agisse su indicazione dei regnanti. E siccome al “re”, in questo caso Berlusconi, appartengono anche le tre più importanti emittenti televisive private, questo è ormai un grosso problema.

Quali scandali?

Gli scandali a sfondo sessuale di Berlusconi? Sul TG di Minzolini non trovano spazio. Quando un amico del capo di governo Silvio Berlusconi sfugge ad una condanna a causa della prescrizione [del reato], per Minzolini diventa una “assoluzione”.Le dichiarazioni di un teste principale della mafia contro Berlusconi le definisce “balle”  . La giustizia italiana è considerata politicizzata, come [afferma] il Patron . E quando i suoi colleghi giornalisti protestano per la libertà di stampa, si schiera dalla parte di coloro che tentano di minimizzare.

Nella sua ultima recensione, in cui annunciava le elezioni anticipate, il presidente della RAI lo ha ammonito: Minzolini avrebbe oltrepassato ogni limite, il su TG sarebbe privo di pluralismo. Quindi Servo. Non è proprio un bell’ appellativo per un giornalista, e per giunta non per uno che era noto per i suoi modi energici e scomodi. Minzolini in precedenza è stato cronista politico del quotidiano torinese “La Stampa”, e percorreva come uno “Squalo” i corridoi del palazzo del governo. Il nomignolo “Squalo” tra l’altro era inteso in maniera assolutamente rispettosa.

“Minzo” era una lettura d’obbligo/Leggere “Minzo” era d’obbligo

Ha creato uno stile, il „Minzolismo“, che oggi viene imitato da tutti i quotidiani italiani. Consiste nello strappare ai loquaci politici italiani piccoli segreti e informali malizie, e permettere così ai lettori [di dare] uno sguardo dietro le quinte. Naturalmente i politici smentiscono le dichiarazioni in caso di problemi, questo tuttavia li rende poco attendibili. “Minzo” era letto volentieri, i suoi testi erano gradevoli. Spesso era una lettura d’obbligo. “Lo squalo” riesumava vicende esplosive, mentre i “tonni”, le altre categorie di giornalisti parlamentari, si limitavano a riferire [i fatti]. Talvolta esagerava anche, per poi doversi scusare.

La sua carriera ha preso una svolta dopo un viaggio alle Bahamas. Voleva fare delle ricerche sulla villa di Berlusconi e sui suoi affari Offshore – e fu ricevuto dal padrone di casa. Dicono che i due si sono subito intesi bene. La promozione a direttore del TG1 un anno e mezzo fa è stato il [naturale] sviluppo di quell’incontro. Da allora Minzolini rigira tra le dita una gravosa penna e alle spalle ha scaffali pieni di libri. E trasfigura il suo protettore in prima serata.

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