04 agosto 2010

AFFAIRES italiennes AFFARI Italiani


AFFAIRES italiennes   AFFARI ITALIANI

In Italia, non passano tre mesi che un ennesimo scandalo dal sapore mafioso non faccia titoloni, che un ministro rassegni le dimissioni per vicende di corruzione o che una legge furfante sia approvata dal Senato al soldo di Berlusconi. Il problema, tanto grosso che pericoloso, è che sembra che gli italiani si siano abituati a tutto ciò. Malgrado gli attacchi ripetuti contro la democrazia, malgrado i tagli compiuti sullo stato di diritto, Berlusconi gode di una certa popolarità, e che dire …

E che dire di un ministro che ha appena preso la porta in uscita. Si chiama Aldo Brancher. Una quindicina di anni fa, o forse poco più, era stato calato improvvisamente a capo del ministero per la decentralizzazione. Appena istallato, questo caro Signor Brancher aveva comunicato che stava per ricorrere all’immunità parlamentare. A che scopo? Sottrarsi alla giustizia, che lo sospetta di riciclaggio di denaro sporco, sporchissimo, quindi di collusione mafiosa. Proprio poco prima della sua nomina politica, Brancher era a capo dell’impero mediatico del “signor Berlusca”.

Contemporaneamente al “salvataggio” di Brancher tentato dal capo di governo, la Corte d’appello ha confermato la pena di sette anni di prigione che la Corte in prima istanza aveva inflitto a Marcello Dell’Utri per i suoi stretti legami con chi? La mafia, è chiaro. Questo signore è stato il braccio destro del “Berlusca” in seno al partito di Forza Italia, partito fondato da quest’ultimo per piazza pulita sui diritti. Su questi giudici che hanno il coraggio di rimestare senza sosta nei fatti e negli affaracci del “Berlusca”

Prima, Claudio Scajola, ministro per le Attività produttive, aveva dovuto lasciare il proprio posto dopo aver scoperto che era stato uno dei beneficiari di una rete di corruzione messa in atto da dirigenti pubblici e imprenditori avidi nell’ambito dei pubblici appalti di cui aveva la responsabilità. A sua difesa, Scajola ha giurato che la somma di denaro gli era stata accreditata “a sua insaputa”. Pietoso!

Siccome le beghe giuridico-finanziarie si accumulano, Berlusconi a deciso di attaccare senza mezzi termini gli organi della giustizia e della polizia. Ha fatto approvare dal Senato una legge che limita fortemente il ricorso alle intercettazioni telefoniche a persone sospettate di essere (in difetto di legalità?). A questo si aggiunge la riduzione della durata delle intercettazioni, Questa legge limita il prolungamento delle stesse in modo tale che le rende impossibili.

Ancora, la stessa legge contiene degli articoli che sono dei veri attentati al diritto del pubblico ad essere informato. Per esempio, vogliono impedire la pubblicazione delle indagini su vicende giudiziarie fino a quando non inizia il processo. E siccome l’Italia è il regno della lentezza in questo ambito, i malfattori e gli intrallazzatori potranno dormire sonni tranquilli. Se per puro caso un quotidiano o un settimanale decidesse di andare oltre, sarebbe di conseguenza sottoposto a sanzioni di una severità tale che mostra, come se non ce ne fosse bisogno, che la situazione politica italiana si mescola alla delinquenza.

Le Devoir

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