Italia/mafia: confermata la condanna a un senatore vicino a Berlusconi, pena ridotta
La Corte d’appello di Palermo a confermato martedi la condanna al senatore Marcello Dell’Utri, un intimo di Silvio Berlusconi, per complicità con la mafia, ma ha ridotto la pena da 9 a 7 anni di prigione.
Il senatore Dell’Utri, originario di Palermo, era stato condannato in prima istanza nel dicembre 2004 a 9 anni per la sua vicinanza dubbiosa con certi capi della mafia siciliana, Cosa Nostra.
Al termine di sei giorni di camera di consiglio, la seconda sezione della corte d’appello ha confermato la sua condanna per “complicità esterna in associazione mafiosa”. Ma non ha assecondato la procura che aveva richiesto 11 anni di prigione.
Nel dicembre 2009, nel corso del processo in appello, un pentito della mafia, Gaspare Spatuzza aveva accusato il senatore di essere stato “l’intermediario e uomo provvidenziale” per preparare l’ingresso nella scena politica di forze molto vicine a Cosa Nostra.
Spatuzza aveva affermato che Dell’Utri e il capo del governo Silvio Berlusconi sarebbero stati gli interlocutori politici privilegiati del capo Giuseppe Graviano, all’epoca di una serie di attentati mafiosi a Milano, Firenze e Roma nel 1993, con un complessivo bilancio di 10 morti e una cinquantina di feriti.
Il signor Berlusconi si era difeso strenuamente denunciando una “macchinazione” e una “vendetta” della mafia contro un governo che, secondo lui, l’ha combattuta di più.
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