18 gennaio 2012

Ville e Crocefissi per Don Verzè

Italia : è morto l’intrigante, diabolico e ricco sacerdote Don Verzé

di Flora Zanichelli per France 89

Pubblicato il 10/01/2012
Traduzione di CLAUDIA MARRUCCELLI

Don Luigi Maria Verzé
 Quella di Don Verzé, o per essere più precisi il « Don manager », fondatore del San Raffaele, l’ospedale privato più importante d’Italia e morto pochi giorni fa, è una vicenda che ha suscitato grande scalpore. Una storia degna di James Bond, che racconta di un sacerdote megalomane, di lusso ma anche di lussuria.
La morte del Don, causata da un arresto cardiaco, è avvenuta il 31 dicembre scorso nel bel mezzo degli scandali e ha riacceso la paranoia nella penisola. Beppe Grillo scrive sul suo Blog :
« E' morto Don Verzè, aveva 91 anni e sembrava in ottima salute come a suo tempo Papa Luciani, per rimanere nell'ambito religioso, lascia il San Raffaele, uno dei simboli del potere terreno di Comunione e Liberazione, e un crack di 1,5 miliardi di euro. Dicono che a ucciderlo sia stato un arresto cardiocircolatorio dovuto allo stress per l'ipotesi di reati di bancarotta. [ … ] Anche se l'infarto fosse vero, nessun italiano ci crederà mai. Una domanda "Chi gli ha portato il caffè corretto?".
E’ successo tutto molto velocemente. All’inizio del mese di dicembre la trasmissione « Report » aveva dato il colpo di grazia. Tra le spese pazze del religioso, le sue torbide amicizie (in particolare quella con Silvio Berlusconi), il giornalista Alberto Nerazzini aveva anche ipotizzato una possibile implicazione dei servizi segreti militari. Sembrerebbe, in effetti, che Don Verzè avesse avuto a che fare con l’ex-comandante del Sismi, Niccolò Pollari, oggi indagato per peculato.

Papa Giovanni Paolo I, al mondo Albino Luciani
Due settimane fa, il settimanale Oggi aveva pubblicato una serie di foto del Don nella sua villa brasiliana, dove ovviamente si celebrava la messa ogni mattina e ci si faceva il segno della croce prima di mangiare.
Messo alle strette, il Don aveva pubblicato il 2 dicembre scorso una lettera in cui dichiarava di assumersi tutte le responsabilità morali e giuridiche di quello che stava accadendo al San Raffaele, per poi paragonarsi a Cristo in croce. Il tutto non senza ricordare che la struttura (oggi in bancarotta, anche se non è mai stata messa in discussione la qualità dello staff medico) non sarebbe mai nata senza di lui.
In Italia queste strane morti lasciano un gusto amaro, conseguenza di drammi irrisolti e di un sentimento di impunità sempre più ampio. La vicenda di Papa Luciani, per riprendere le parole di Beppe Grillo, è ancora ben presente nella memoria della gente, dopo più di trent’anni.
La morte del Don, la vicenda dei fondi neri e le altre accuse di corruzione hanno riacceso il dibattito riguardo le recenti inchieste sui gruppi di potere P3 e P4, ingigantendo il sentimento di sfiducia. Il Don se ne è andato con i suoi segreti e lasciando dietro di sé solo l’arcangelo Raffaele, i vigneti in Brasile e un inno per l’ospedale.

Nessun commento: