Le Monde: "Benvenuti al Sud", film populaire et politique
La formula vincente non è cambiata. “Benvenuti al sud”, versione italiana di “Bienvenue chez les Ch’tis” riprende gli ingredienti [che hanno portato] al suo trionfo. Unica ma enorme differenza: i protagonisti di questa commedia non fanno il percorso Sud-Nord, ma Nord-Sud, dalla Lombardia verso il ridente Cilento, in Campania.
Il pubblico italiano, in effetti, non avrebbe capito perché un provenzale potesse temere un trasferimento vicino Dunkerque. Poiché nel paese di “Rocco e i suoi fratelli”, il flusso migratorio parte dal sud verso il nord. Gli autori della versione italiana hanno capito che bastava invertire i poli per ritrovare l’effetto comico.
Il film che esce in Francia il 24 novembre, è già un successo in Italia, sui grandi schermi dall’inizio di ottobre e ha fatto 30 milioni di euro [d’incasso]. Diretto da Luca Miniero ed interpretato da Claudio Bisio (che recita la parte di Alberto Colombo, funzionario delle poste, che raggiunge la sua destinazione provvisto di un giubbotto antiproiettile e una crema solare fattore 50), non ha avuto problemi ad affascinare gli italiani. “Quando ho visto il film di Dany Boom – racconta Miniero – mi è dispiaciuto non aver avuto per primo l’idea. E’ una sceneggiatura ideale per l’Italia.
In effetti, gli italiani, molto più che i francesi, sono attaccati alle loro radici e la frattura Nord-Sud è più radicata. I Bergamaschi non mettono mai piede a Brescia, che dista solo 40 km. E’ da questa “cultura del rigetto” che il partito autonomista della Lega Nord trae profitto.
Varcando le Alpi, la commedia di Dany Boom si è arricchita di una dimensione politica. Questa Italia del sud privata dallo sceneggiatore Massimo Gaudioso (quello di Gomorra) dei suoi luoghi comuni (mafia, violenza, pigrizia e sprechi di denaro pubblico) è una risposta ironica ai pregiudizi delle “camicie verdi”. Per alcuni critici, il personaggio di Alberto Colombo è diventato l’anti Umberto Bossi, fondatore e leader della Lega Nord.
Mentre l’Italia festeggerà la “disunione” nel 2011, i 150 anni della sua difficile unione, il successo di “Benvenuti al sud” è stato visto anche come un’aspirazione degli italiani ad volersi bene malgrado le loro differenze culturali e linguistiche. E’ la tesi di Beppe Severgnini. Scrittore e fine conoscitore dei vizi e delle virtù della penisola, questi ha trovato nel film “un’atmosfera di riconciliazione nazionale. Esiste in Italia un esotismo interno, un’attrazione reciproca tra Nord e Sud, su cui bisognerebbe lavorare”.
Ma la realtà è senza pietà. Gli autori avevano voluto allontanare gli stereotipi sulla violenza del sud scegliendo la tranquilla città di Santa Maria di Castellabate per allocare i personaggi. Il 6 settembre, veniva ucciso il sindaco di Pollica, comune vicino. Angelo Vassallo si batteva contro la mafia locale, a lui è stato dedicato il film.
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